Sono saliti a 321 i morti dopo la strage di Pasqua in Sri Lanka ai danni di chiese e resort di lusso pieni di turisti, oltre 500 i feriti. E tra i turisti in questi giorni in visita nel paese anche dei modenesi. Noi abbiamo raggiunto al telefono Stefano Sirotti, di Vignola, in Sri Lanka con figli e nipoti.
"Sigiriya Rock, ma anche tutti i luoghi da cui partono i safari, i turisti li frequentano ma tutti molto intimoriti – racconta Sirotti, raggiunto al telefono da Chiara Tassi- Anche i mercati, ad esempio, vengono un po’ tralasciati perché si ha timore di quel che potrebbe accadere, anche perché le notizie che girano sono tante e non sai più a che credere. Diciamo che sicuramente non è la vacanza rilassante che abbiamo tanto aspettato”. Sirotti, con moglie, figli e nipoti è atterrato a colombo solo qualche decina di minuti prima che l’aeroporto venisse chiuso: “Mentre noi ci spostavamo dall’aeroporto abbiamo visto tantissime ambulanze che passavano a sirene spiegate, ma non avevamo capito che cosa fosse successo. Lo abbiamo imparato solo diverse ore più tardi, quando sono iniziati ad arrivare messaggi dall’Italia per chiedere come stavamo. Al momento non funziona quasi nulla, anche i social sono ko e si fatica a far sapere a casa che stiamo bene. I primi due giorni che abbiamo passato qui c’era il coprifuoco, quindi anche noi siamo rimasti in hotel. Poi però abbiamo ripreso il nostro programma, così come gli altri turisti con cui abbiamo parlato in questi giorni”. E la Farnesina? “Non abbiamo ricevuto nessuna informazione –conclude Sirotti- in realtà mi sarei aspettato che ci venisse data qualche indicazione. Invece nulla”.