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Disastro di Bologna: l'autista lavorava da 10 ore

Era partito alle 4 dal vicentino, poi si era fermato due ore a Livorno. Una tragedia evitabile con il freno automatico, dice il presidente di Cna Trasporti di Modena Gianni Righetti

Lascia un commento | Tempo di lettura 141 secondi Nazionale - 08 Aug 2018 - 09:16

Era al lavoro da 10 ore Andrea Anzolin, l’autista 42enne di Vicenza al volante dell’autocisterna che lunedì pomeriggio si è schiantata contro un altro camion carico di solventi sul tratto cittadino della A14 a Borgo Panigale. Trasportava un carico di 23mila chili di gpl, si è scontrato con un camion carico di solventi; poteva essere una strage. Invece la vittima è stata una sola, lui, Anzolin, 145 i feriti, di cui 32, ieri, ancora ricoverati.

Secondo quanto è stato ricostruito al momento dagli inquirenti Anzolin alle 4 si trovava ad Alonte, paese del vicentino dove la ditta di cui era dipendente gestisce un grande deposito. Poi si era diretto a Livorno, dove aveva caricato il Gpl - con uno stop di due ore- poi era ripartito. Alle 8.30 lui stesso ha comunicato alla ditta di essere a Livorno. Alle 10.30 ha richiamato l'azienda dicendo di essere sul punto di ripartire. Lo avrebbero aspettato in Veneto per le 15.30, 16 massimo. Questo quel che si sa, al momento, senza scatola nera. La Procura di Bologna ha chiesto anche l’acquisizione dei tabulati telefonici dell’autista dell’autocisterna, ipotizzando una distrazione alle guida.

E la tragedia di Bologna riporta all’attenzione il problema del trasporto su gomma di merci infiammabili e pericolose. “L'incidente è stato provocato da un errore umano – dice il presidente di Cna Trasporti di Modena Gianni Righetti, intervistato da Sara Gelli- una cosa che può sempre accadere. Per evitare questo problema si potrebbe, come già si sta facendo, dotare di particolari sistemi di sicurezza i mezzi pesanti, come ad esempio la frenata automatica, un dispositivo già presente su tutti i mezzi di ultima generazione che obbligatoriamente vanno acquistati da due anni a questa parte. In questo modo, con questo strumento, questo disastro sarebbe stato evitato”.

Ma come funziona il sistema di frenata automatica? Un dispositivo rileva la distanza del mezzo dal veicolo che lo precede, e se questa distanza diminuisce sotto una certa quota, calcolata in base alla velocità che si sta facendo, viene prima emesso un avviso sonoro, che dovrebbe “svegliare” l’autista, poi, se questo non rallenta, in automatico il veicolo viene portato dal sistema a decelerare.

A questo punto vien da chiedersi perché, almeno per i mezzi che trasportano merce pericolosa, questo sistema non sia obbligatorio per potersi mettere in strada.


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