Il 60% dei mezzi Seta attualmente in circolazione con l’entrata in vigore, il primo ottobre, della nuova manovra antismog –che fermerà, lo ricordiamo, anche i diesel più recenti, gli euro 4- dovrebbe rimanere fermo. Ma il condizionale è d’obbligo, come conferma a Chiara Tassi Mauro Marverti del Comitato Modena Salute Ambiente. “Sicuramente diversi mezzi continueranno a circolare –dice Marverti – A decidere quanti e quali mezzi si fermeranno, infatti, è sostanzialmente Seta in base alle esigenze di servizio. E’ per questo che credo che una buona parte dei mezzi che dovrebbe fermarsi continuerà invece a circolare: senza, Seta non potrebbe garantire tutte le corse”.
Della serie, quindi, armiamoci e partite: “C’è una mancanza di coerenza tra quello che viene richiesto, giustamente, dal nostro punto di vista, ai cittadini, e quello che riesce e vuole fare un’amministrazione pubblica che ha una partecipazione in un’azienda come Seta, con un parco auto obsoleto, fermo ad un’età media di 10-12 anni, con punte anche superiori”.
Insomma, vien da pensare, si potrebbe oggi come in passato –l’ultimo caso è quello dei bus acquistati pochi giorni fa da Pavia, categoria euro 3, quindi già obsoleti- acquistare meno mezzi ma più nuovi, o comunque modificare una politica ambientale che da un lato ha permesso il raddoppio, a Modena, dell’incenerito e dall’altro, lo stesso anno, di comprare mezzi pubblici usati perché non vi erano abbastanza fondi per acquistarne di nuovi. “E’ un po’ come mischiare pere con mele – conclude Marverti- ma se quei 100milioni di euro che sono stati spesi da Hera, partecipata dal Comune, per il raddoppio dell’inceneritore fossero stati investiti da Atcm/Seta, anche questa compartecipata dal Comune, per acquistare mezzi nuovi oggi non ci troveremmo con un inquinamento “doppio”: un inceneritore che brucia una maggiore quantità di rifiuti, producendo quindi maggiore inquinamento, e dei mezzi vecchi sulle strade, che inquinano di più”.