Si sono rilevate diossine nell’aria nelle ore successive al propagarsi dell’incendio di domenica sera nell’area trattamento rifiuti di Hera in via Caruso a Modena. Concentrazioni superiori rispetto a quelle indicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in particolare tra le 23 di domenica sera e le 17 di lunedì.
“Nei punti di monitoraggio non sono state rilevate variazioni sostanziale per la formaldeide -chiarisce il direttore di Arpae Modena Stefano Forti intervistato da Giada Chiari- Diversamente è accaduto invece per diossina e IPA: nelle 15 ore dal momento in cui l’incendio è scoppiato e fino a quando i vigili del fuoco non ne hanno perso possesso, si vedono, in effetti, dei quantitativi di diossine più alti di quelli che normalmente misuriamo in quella zona. Il campionamento effettuato successivamente ha invece mostrato valori rientrati nella norma, quindi tipici della zona e del periodo invernale. Insomma, l'aumento dei valori è stato limitato alle ore più critiche dell’incendio".
La breve esposizione a questi inquinanti, rassicura Arpae, non dovrebbe comunque essere stata tali da provocare disturbi cronici nocivi nella popolazione. Certo è che, obiettiamo noi, nonostante i dati parlino di variazioni dei livelli di diossina solo per qualche ora, la puzza di plastica bruciata è stata ben percepibile in tutta Modena per circa due giorni. "Quando c’è materiale che brucia in maniera incontrollata, come avviene negli incendi -conclude Forti- l’emissione di fumi c’è sempre. Noi lo percepiamo ,ma non è detto che la percezione dell’odore porti poi a determinate problematiche di carattere sanitario”.
I monitoraggi, comunque, proseguiranno anche nella giornata di oggi, così come proseguono le indagini della Procura di Modena, che al momento ha aperto un fascicolo contro ignoti per incendio doloso.
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