"Vi scrivo per raccontare le due giornate più brutte della mia vita, lo sarebbero state lo stesso, ma con un minimo di decenza nell'ospedalizzazione sarebbero state meno traumatiche. Purtroppo i disagi creati dalla chiusura del punto nascite a Castelnovo Nè Monti non colpiscono solo chi affronta una gravidanza, ma anche chi, come me, purtroppo la vede svanire all'improvviso". Inizia così una lettera che abbiamo ricevuto questa mattina in redazione. La giovane che ha scritto la lettera, diffusa dal Comitato Salviamo le Cicogne di Montagna, vuole rimanere anonima, ma ci tiene a raccontare quanto le accaduto. E lo fa per voce di suo padre, che noi abbiamo raggiunto al telefono:
"Venerdì mattina a Castenovo la ginecologa di mia figlia, con un'ecografia, ha visto che non c'era battito, quindi ha chiamato Reggio perchè venisse vista d'urgenza la mattina sucessiva. A quel punto, di buon mattino mia figlia è partita verso Reggio. Da casa nostra ci vuole più di un'ora e mezza per raggiungere il Santa Maria Nuova, ma una volta arrivata in reparto non l'hanno più guardata. Ad un certo punto, nel tardo pomeriggio, è stata addirittura trasferita dal day hospital -le avevano detto che sarebbe stata una questione di qualche ora- in reparto. Morale della favola: mia figlia ha aspettato fino alle 20 prima di entrare in sala operatoria. Purtroppo per il bimbo non c'era più nulla da fare, ma già la dottoressa a Castelnovo le aveva detto che era morto da un giorno o due. Già questo mi aveva urtato, perchè una situazione come questa è a mio modo di vedere urgente: non puoi lasciare un feto senza vita per due giorni nella pancia di una ragazza che già soffre. Nemmeno le bestie in una stalla vengono trattate così".
Sua figlia ha aspettato tanto perchè non c'era personale che la potesse guardare prima?
"In tutto il reaparto del Santa Maria Nuova c'era una sola dotteressa ed un anestesista. Io dico: se si decide di chiudere da una parte, poi si deve dare il servizio dall'altra. Non dò la colpa ai dottori, ma chi sta seduto in Regione non si rende conto di che cosa ha fatto a chiudere il reparto di Castelnovo Nè Monti. Mia figlia non vuole rilasciare dichiarazioni perchè è ancora troppo il dolore, ma io sono qui a parlare con lei perchè non voglio che la disavventura che è capitata a mia figlia capiti ad altri ragazzi, tutto qui".
Chiara Tassi