Prosegue l’indagine della magistratura per verificare la cause del decesso della 92enne Zelinda Telleri, morta dopo 10 giorni di agonia in ospedale, dopo essere stata trovata a terra dal personale della struttura per anziani San Giovanni Bosco di Modena, accreditata col Comune. Mentre le indagini vanno avanti, Chiara Tassi ha parlato dei controlli con Annalisa Righi, dirigente del servizi rivolti ad anziani del Comune…
“Intanto iniziamo distinguendo tra strutture autorizzate e accreditate. A Modena le Rsa sono 16 e solo una è una struttura residenziale solamente autorizzata, tutte le altre sono accreditate col Comune. La differenza sta proprio nel “livello” di controlli. Tutte le strutture che ospitano persone non autosufficienti devono essere autorizzate sulla base della normativa regionale. Il Comune ha quindi istituito, come prevede la legge, una Commissione di vigilanza -composta da tecnici del Comune e dell’azienda Usl- per verificare requisiti strutturali minimi, requisiti di attrezzature ed arredi e dei requisiti organizzativi. E tra questi, ad esempio, i servizi che devono essere resi alle persone all’interno della struttura, e la modalità con cui questi devono essere erogati. Sempre la Commissione verifica anche i requisiti di personale, quindi quali e quante sono le persone che devono essere in servizio, la formazione, ecc”.
Quanto sono frequenti questi controlli?
“Si tratta di controlli almeno annuali, a sorpresa, anche di notte, indipendentemente dal fatto che la struttura abbia o meno un contratto in essere con il Comune di Modena o con l’azienda Usl. La Commissione poi, in caso di difformità, stila un verbale dove dà delle prescrizioni che devono essere sanate e che poi vengono verificate. Questo per i casi lievi. Se invece ci si trova di fronte a situazioni di difformità importanti si può arrivare anche alla sospensione dell’autorizzazione. A Modena, fortunatamente, questo non è mai accaduto”.
Questo per le strutture –una, abbiamo detto, a Modena- solo autorizzate. Per quelle accreditate, invece, come era la struttura in questione?
“L’accreditamento implica requisiti maggiori rispetto all’autorizzazione. Il Comune, per queste strutture, fa controlli aggiuntivi rispetto a quelli della Commissione di vigilanza. Ci sono almeno due controlli annuali, per verificare i bisogni socio-assistenziali degli ospiti, che cambiano nel tempo, perché spesso le persone si aggravano quindi sta a noi verificare che il gestore abbia adeguato il personale ed i minuti di assistenza sulla base delle mutate condizioni degli ospiti. Facciamo poi una verifica annuale sul piano di miglioramento che ciascuna struttura deve prevedere e sul piano formativo che ogni gestore deve garantire ai propri operatori. Accanto a questa formazione, poi, il Comune ne mette in campo una, gestita direttamente, in collaborazione con l’Ausl e rivolta a tutti gli operatori delle strutture accreditate".
Verifiche di “gradimento del servizio” con le famiglie degli ospiti, vengono fatte?
"Ogni tre anni viene fatta un’indagine di gradimento in cui abbiamo la possibilità di verificare le migliorie che i famigliari delle persone ospitate nelle strutture ci segnalano e che sono oggetto dei piani di miglioramento che vengono invece presentati ogni anno, dai gestori, alle famiglie. Si tratta di incontri che vengono fatti presso tutte le strutture alla presenza de i famigliari degli ospiti, ma anche di tecnici Comune ed dell’azienda Usl. E in quell’occasione i famigliari hanno la possibilità di mettere in luce non solo le cose buone, ma ovviamente anche miglioramenti o aggiustamenti necessari".
Senza entrare nello specifico del caso, dato che c’è un’inchiesta della magistratura in corso, quello che la figlia della signora lamentava è stata anche e soprattutto una mancanza di vicinanza dal punto di vista umano, in questa tragedia.
"Credo siano due questioni diverse: una sono i controlli che vengono fatti presso le strutture, che sono davvero tanti, come le ho spiegato. Come Comune, poi, incontriamo tutti i familiari che ci chiedono di essere ricevuti e, nel momento in cui ci sottolineano delle criticità, andiamo anche a fare controlli ad hoc nelle strutture. E’ anche vero però che non è il Comune che deve fare un lavoro ispettivo, nel momento in cui c’è un’indagine della magistratura. Poi è vero che la vicinanza umana è una cosa che la signora può richiedere, ma è altro. E, parlando di questo, è proprio in quest’ottica che è stata ricevuta da me e una collega un paio di giorni fa. Quello che ribadisco, però è che come Comune non possiamo entrare nel merito quando c’è un’indagine della magistratura in corso, perché non sta a noi indagare. La nostra funzione è quella di verificare che, nel momento in cui alcune cose accadono, effettivamente fossero pienamente rispettati tutti i parametri previsti dalla legge".
E in questo caso era così?
"Si, in questo caso i parametri erano rispettati. Su quanto accaduto nello specifico starà alla magistratura fare chiarezza e a tutti noi aspettare i tempi dell’indagine penale".
