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Modena Cronaca Angeli e demoni riporta alla luce anche i casi di Veleno

Angeli e demoni riporta alla luce anche i casi di Veleno

Intervista al giornalista Pablo Trincia

Lascia un commento | Tempo di lettura 286 secondi Modena - 29 Jun 2019 - 08:46

L'inchiesta Angeli e demoni è stata definita dal procuratore capo di Reggio Marco Mescolini, ieri davanti alla stampa, “umanamente devastante”. Ora però l’operazione che ha interessato il territorio della Val d’Enza rischia di allargarsi: l’indagine è stata lampo, sei al momento i bimbi coinvolti, ma –ha detto sempre Mescolini- “dovevamo intervenire subito per tutelare questi bambini”. 17 lo ricordiamo le misure cautelari nei confronti di politici, medici, assistenti sociali e liberi professionisti.
Ma Angeli e Demoni ha avuto ripercussioni anche nella bassa modenese dove alla fine degli anni ‘90 16 bimbi vennero tolti alle loro famiglie per presunti abusi sessuali. Anche qui era coinvolta la onlus torinese Hansel e Gretel, la stessa di Angeli e demoni. A riportare alla luce quanto accaduto a quel tempo è stata un’inchiesta giornalistica, Veleno, condotta dal collega Pablo Trincia. Ad intervistarlo Chiara Tassi...

“Noi sapevamo da tempo di questa storia della Val d’Enza perché avevamo ricevuto numerose segnalazioni. La onlus dell'inchiesta è la stessa di Veleno, la Hansel e Gretel di Torino di Claudio Foti, le cui psicologhe furono chiamate 20 anni fa dalla Procura di Modena per realizzare le perizie ai bambini che erano stati sottratti alle famiglie nella bassa modenese. Noi poi scoprimmo che in quelle occasioni quelle psicologhe fecero ai bambini domande altamente suggestive. E oggi la stessa onlus ritorna anche in questo caso. Ovviamente dobbiamo aspettare di vedere quali sono le prove raccolte dalla procura di Reggio Emilia, qual è il materiale, che pare essere tantissimo, ma diciamo che qui  pare che ad essere contestato sia il metodo del centro Hansel e Gretel. Un metodo lontano, per esempio, da quello della Carta di Noto, che suggerisce le linee guida da tenere nel caso in cui si ascoltino bambini: zero interviste suggestive, zero domande chiuse, non dare mai per scontato nulla, ascoltare con la mente aperta, ecc. Foti ed il centro Hansel e Gretel sono sempre stati contrari a questo metodo, che è ritenuto invece a livello internazionale un metodo scientifico".

"Quello che fa inorridire - continua Trincia- è leggere dalle carte della Procura che dietro tutto questo ci sarebbe un business, una questione di soldi, che i bambini verrebbero addirittura torturati. Questa è una storia dell’orrore, forse anche peggio di Veleno, al netto della differenza dei morti, che in Veleno ci sono stati e quim per fortuna, no". Dobbiamo però ricordare che alcuni dei bimbi coinvolti nell'inchiesta reggiana, oggi adolescenti, hanno sviluppato, riportano le carte, segni di disagio come la tossicodipendenza e gesti di autolesionismo. 

"Le vere domande che però ci dobbiamo porre adesso sono due -prosegue Trincia- Se è vero che fanno questo, che intervistano i bambini in questo modo, e se ci sono così tante segnalazioni provenienti tutte dallo stesso posto, il tribunale dei Minori di Bologna non si fa delle domande? Perché alla fine è proprio il Tribunale dei Minori a decidere gli allontanamenti. Se ci sono degli assistenti sociali e degli psicologi che lavorano male, bisogna anche ricordare però che c’è un Tribunale che avvalora il loro operato. 
La seconda domanda è: se dovesse risultare tutto vero, che cosa accadrà adesso ai bambini allontanati? Perché qui parliamo di bambini che sono stati allontanati dalle famiglie 3, 4 anni fa. Succederà come nel caso Veleno, che nonostante le assoluzioni, nonostante ci fossero genitori mai indagati, non rivedranno comunque più i loro figli perché il Tribunale dei Minori di Bologna non glieli ridarà più indietro?! Questo è un altro tema importante: perché se la Procura dice che è tutto un business marcio al Tribunale dei Minori potrebbe non importare assolutamente nulla, potrebbe non tenerne conto assolutamente.  
Queste sono domande che dobbiamo continuare a farci. Non dobbiamo fermarci alla macchinetta degli elettrodi o alla psicologa che si traveste da papà cattivo ed insegue il bambino nella stanza. Dobbiamo guardare più in profondità, guardare al sistema, a chi c'è dietro, a quali istituzioni ci sono dietro. Altrimenti continueremo a strappare i fiori senza sradicare un cancro che invece ha radici molto più profonde".

Ma com’è possibile che questa onlus continui ad operare nonostante quantomeno i sospetti sul suo operato ci fossero già dai casi del modenese?

"Foti è dagli anni ’90 che fa perizie per le Procure di tutta Italia e sono anni che il centro Hansel e Gretel va in giro per il Paese a fare formazione nelle Asl, e soprattutto in quella reggiana. Perché continuano ad operare? Boh, forse perché finché nessuno ci guarda dentro, finché ci si continua a fidare ad occhi chiusi di questi professionisti, i Tribunali, le Procure, chiunque, non interviene. Poi, quando qualcuno decide di guardare meglio, a quel punto nascono inchieste giudiziarie interessanti. Forse il piccolo merito che ha avuto Veleno è stato quello di dire a tutti, e non solo agli addetti ai lavori, attenzione perché esiste questo mondo, esiste questo fenomeno, buttiamoci un occhio”.

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