Il Parco XXII aprile, in zona viale Gramsci a Modena, è un’area verde spesso al centro della cronaca per episodi di spaccio. Ma chi vive il quartiere non ci sta a trasformarlo in un “caso”. Chiara Tassi ha intervistato Alice, una delle volontarie che da qualche tempo si occupa del parco:
“Eravamo stanchi di aspettare che qualcun altro si occupasse della cosa pubblica, e così ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo rimesso in funzione le strutture sportive sistemando le reti, abbiamo aggiustato le panchine, ridato un po’ di colore al parco. La situazione, secondo la nostra opinione di persone che vivono il parco in ogni situazione -d’estate, d’inverno, il giorno, la sera- non è assolutamente tragica come la si dipinge e comunque non più tragica di altre zone di Modena”
Sono però tante le segnalazioni che arrivano dei residenti di persone che nel parco bevono birra ad ogni ora del giorno vicino ai giochi dei bimbi, che dormono sulle panchine…
“Credo che le stesse segnalazioni potrebbero arrivare da ciascun parco della città. Sicuramente la storia di questa zona è molto viva e vivace, ma non ci capacitiamo di tutta questa “attenzione” sul parco XXII Aprile: la gente che beve birra c’è al Novi Sad, al Parco Amendola, non solo qui. Siamo convinti che negli anni la sicurezza a Modena sia migliorata esponenzialmente e che tutto questo allarmismo sia esagerato”
Presenza di spacciatori nel parco?
“…che dire…così mi mette in difficoltà! Direi…come in ogni altro parco cittadino. Diciamo anche che il parco XXII Aprile, avendo subìto questa nomea negativa da anni è scarsamente frequentato. La nostra azione è proprio quella di riportare le persone nel parco perché risulti un’area viva e piena di persone”
Quali sono le prossime iniziative che avete in programma?
“Noi non organizziamo direttamente eventi ma siamo di supporto a chi vuole far vivere il parco. Il 25 luglio ci sarà la Pastasciutta antifascista, poi ci sono le varie iniziative di Vivi il Parco…Il nostro scopo è quello di far capire che il XXII Aprile è un parco che si può vivere e quindi di invogliare le persone ad organizzare iniziative in questo spazio pubblico”.