“Cinque infortuni in tre giorni, con tre vittime e tre feriti gravi, sono inaccettabili in un Paese come il nostro e, ancor più, in una Regione sviluppata come la nostra” a dirlo Domenico Chiatto della segreteria Cisl Emilia Centrale. Il riferimento era agli infortuni sul lavoro accaduti tra lunedì sera a Borgo Panigale (due operai travolti e uccisi da un tir mentre lavoravano sull’A14), mercoledì e giovedì a Modena (due operai caduti dal tetto), San Possidonio (l’addetto di una stalla incornato da un toro) e Ostellato (Ferrara) dove ieri un associato Movitrans ha perso la vita dopo essere caduto da un camion.
A Domenico Chiatto abbiamo chiesto se la sensazione che in questi ultimi mesi si registri una recrudescenza del fenomeno sia giusta
“Sì, c'è un aumento degli infortuni mortali purtroppo nel nostro Paese, mentre diminuiscono le denunce degli Infortuni. Un dato sicuramente preoccupante che va in controtendenza rispetto a quello che avevamo registrato diversi anni fa”
Quali sono ancora oggi le cause principali alla base degli incidenti sul lavoro? Perché accadono ancora con tanta frequenza?
“La prima causa è che spesso e purtroppo si disattendono le più elementari nozioni di sicurezza. Come negli infortuni di questi giorni dove abbiamo assistito a due casi nella Provincia di Modena di cadute dall'alto. Ormai è quasi un cliché che si ripete ogni anno, nonostante i protocolli, nonostante tutte le strumentazioni tecniche utilizzabili. C’è poi un altro elemento più complessivo che è la frammentazione dei cicli di lavoro, della filiera di lavoro, quindi con diverse ditte che intervengono magari in uno stesso appalto. Poi c'è il tema fondamentale che è quello della formazione dei lavoratori. Noi aspettiamo di sapere se in questi ultimi infortuni, sono state attivate le corrette impostazioni informative e formative. Questi sono i tre elementi che, secondo noi, sono alla base dei problemi che stiamo affrontando”
Ma c’è un altro dato che spesso non emerge
“E’ vero, quello relativo agli incidenti che avvengono in itinere. I dati li danno in aumento e sono quelli ‘da’ e ‘per’ il lavoro. Sono molto preoccupanti anche i dati relativi agli infortuni all'interno dell'orario di lavoro, ma sempre nel corso di spostamenti. Una delle cause è la frammentazione, come si diceva prima, dei cicli di lavoro. Un lavoratore magari fa servizi su due, a volte anche tre cantieri, un bancario serve una, due o anche tre filiali. E questi infortuni non sono censibili nel modo ordinario perché hanno caratteristiche diverse. I colleghi bancari hanno effettuato un'analisi sugli infortuni in itinere che a me ha colpito perché, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, questi avvengono al mattino, anziché la sera, magari a causa di un comprensibile affaticamento. La mattina c’è frenesia, una fretta, una concitazione di tempi, una compressione che purtroppo spesso portano a distrazioni alla guida”
Dopo tutto questo, cosa si potrebbe fare di più, ancora?
“Innanzitutto credo che ci voglia un cambio di passo. Il tema della sicurezza deve diventare una priorità assoluta, sia in termini di formazione che in termini di investimento e soprattutto credo che ci vogliano maggiori controlli, non solo da parte degli enti ispettivi ovviamente (che sono importantissimi), ma soprattutto da parte della committenza, cioè colui che incarica una ditta di eseguire il lavoro. Lei deve prevedere, garantire e pretendere sicurezza, pena la rescissione immediata dei contratti. E’ chiaro che se il tema è solo il costo più vantaggioso e non invece le rispetto delle norme, la situazione non potrà migliorare”
Patrizia Santini