12mila denunce presentate alla Questura di Modena negli ultimi 12 mesi. Il sindacato di Polizia Siulp, ha presentato un’indagine in cui vengono analizzati i reati commessi sul territorio nell’ultimo anno, cercando di porre l’accento sulla questione sicurezza ed in particolare sulla mancanza di uomini: l’organico della Questura di Modena risulta infatti identico a quello del 1989. Purtroppo però la situazione negli ultimi 30 anni è cambiata drasticamente e il numero dei reati è aumentato di parecchio. Attualmente sono solo 2 le volanti per turno che devono coprire un’intera città dove sono in aumento le rapine e le estorsioni, i reati legati agli stupefacenti, ma anche le lesioni e le violenze sessuali. I furti risultano in calo del 6% tuttavia sono quasi 17mila quelli compiuti nell’arco di un anno. Un numero estremamente preoccupante che contribuisce a far crescere il disagio sociale, come spiega Roberto Butelli, segretario provinciale del Siulp di Modena
Butelli, cosa emerge da questa vostra indagine?
Emerge che la mole di lavoro svolta dalla Polizia di stato di Modena e della Provincia è molto elevata e l’organico non è certamente adeguato. Il numero di poliziotti è infatti lo stesso di 30 anni fa quando le cose erano diverse.
Modena dunque si può definire “Non sicura” nonostante i reati siano in calo, come ci viene detto…
Non tutti i reati sono in calo, alcuni sono in aumento e in modo preoccupante come quello legato agli stupefacenti. La situazione è cambiata molto negli ultimi anni, si è evoluta in modo non semplice da affrontare e il territorio risponde in maniera assolutamente negativa perché vediamo giornalmente molta ansia e preoccupazione da parte dei cittadini. E lo capiamo perché se non riusciamo a fornire delle risposte concrete bisogna che l’organico venga adeguato in maniera tale che i cittadini si sentano più sicuri.
Spesso si è parlato di “percezione” dell’insicurezza da parte dei cittadini…
Questo è un concetto che andrebbe approfondito, se per sporgere una denuncia bisogna aspettare delle ore, se quando si chiama una pattuglia questa arriva dopo un’ora, il solo fatto di un numero semplice che dice che c’è un meno in una statistica penso sia riduttivo: la percezione è fondata su vari indicatori e questo è quello che abbiamo messo in luce con la nostra ricerca.
Al di là della richiesta di più uomini cosa occorre per contrastare la criminalità?
L’impianto giudiziario andrebbe modificato, sarebbe utile un approccio diverso in maniera legislativa: spesso i giudici, applicando la normativa, ricorrono a misure alternative al carcere che purtroppo ingenerano sia nel cittadino che nel poliziotto e soprattutto nel delinquente un senso di impunità, ma questo è un discorso che riguarda tutto il territorio nazionale.
In sostanza Modena non è una città sicura?
Noi lo diciamo da tempo, non è più l’isola felice che era una volta, crediamo che la situazione sia cambiata profondamente, sappiamo di non essere nel Bronks ma vorremmo anche che si prendesse atto che quello che abbiamo detto da tanto tempo purtroppo è diventato realtà.
Giada Chiari