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Modena Cronaca Chiuderà la tanto contestata casa-famiglia di Medolla

Chiuderà la tanto contestata casa-famiglia di Medolla

Il sindaco "E' merito di un percorso fatto da Comune e Unione". Il gestore "Nessuno mi ha imposto la chiusura"

Lascia un commento | Tempo di lettura 235 secondi Modena - 18 Oct 2019 - 09:20

Dovrebbe chiudere a breve la casa famiglia La favola mia, che da tempo sta creando problemi a Medolla e nei territori vicini. I minori lì ospitati, infatti, tengono in scacco i residenti con furti e aggressioni. La decisone della chiusura è arrivata dalla cooperativa sociale Paideia, che l’ha comunicata all’amministrazione tramite Pec.
Chiara TAssi ha intervistato il sindaco di Medolla Alberto Calciolari…

"Non si può essere contenti della chiusura di una struttura per minori perché dietro a questa c’è pur sempre un progetto educativo che non è andato a buon fine. Detto ciò, noi siamo sempre del parere che i minori meritino, soprattutto quelli che sono fuori famiglia, percorsi educativi qualificati, ma contestualmente riteniamo anche che debba essere garantita la sicurezza dei cittadini"

Sindaco, da tempo i cittadini segnalavano problemi con questa comunità. Perché fino a quando il gestore non ha deciso di chiudere nessuno è stato in grado di farlo?

Noi da maggio, quando siamo entrati in carica come giunta comunale, ci siamo subito occupati del dossier delle comunità presenti sul territorio comunale. E, come la giunta precedente, abbiamo sempre prestato attenzione a queste strutture, utilizzando periodicamente gli strumenti che la normativa ci dà per quanto riguarda i controlli e le verifiche sulla qualità e sulla funzionalità delle strutture. Per altro oltre al Comune vi sono molti altri soggetti che hanno competenze sul controllo, in particolare la Procura per i minorenni ed i servizi sociali invianti, che devono verificare l’efficacia del progetto educativo dei minori che mandano.

Però se fino alla decisione presa dal gestore nessuno è riuscito a far chiudere la struttura…

Il gestore è arrivato alla determinazione di chiudere la struttura perché dietro c’è stato un percorso nel quale sia la mia amministrazione che quella precedente hanno continuamente verificato ed hanno fatto comprendere al gestore che era giunto il momento di adottare una decisione di un certo tipo.

Il Tribunale dei minori continuava ad “utilizzare” la casa famiglia di Medolla, ma forse –mettiamola così- essendo a Bologna i giudici non sapevano quello che accadeva nella struttura. I servizi sociali del territorio, invece, fino a quando hanno inviato minorenni a La Favola mia nonostante la struttura fosse “chiacchierata” da tempo?

Nelle ultime settimane abbiamo preso contatto con il gestore di questa struttura e le ripeto, la chiusura de La favola mia non viene da oggi ma a seguito di un percorso nel quale sia il Comune che l’Unione –che ha la delega delle funzioni sociali e quindi è il primo soggetto ad avere funzioni in materia di controllo- hanno avuto un ruolo.

Allora le richiedo: i servizi sociali dell’Unione fino a quando hanno inviato minori nella struttura?

Recentemente –sicuramente da quanto sono entrato in carica io- non ci sono stati ragazzi, nella casa-famiglia, che venissero inviati dai Servizi dei nostri comuni. I minori che ancora erano lì venivano da fuori, inviati da Servizi di altre zone.

La favola mia è una delle due comunità che sul suo territorio creano problemi ai residenti. Sull’altra comunità “problematica” si agirà nella stesso modo?

"Noi agiremo con gli strumenti che la norma ci dà, strumenti di controllo ma anche di offerta formativa. E comunque le dico: preferiamo agire nel silenzio più che con il clamore, come abbiamo fatto nella circostanza de La favola mia. Poi, per dire che vi sono situazioni problematiche occorre sempre contestualizzare: credo che occorra molta prudenza per valutare queste situazioni perché mai come nella valutazione della qualità educativa dell’accoglienza in comunità occorre un approccio multidisciplinare. Non da ultimo però occorre anche un approccio che consenta di assicurare la sicurezza delle persone che abitano nella zona".

Molto diverso il parere del gestore della casa-famiglia, Giulia Galavotti, che l’altra sera nel corso dell’incontro organizzato a Medolla proprio per far luce sulle casa-famiglia ha detto “Nessuno mi ha imposto la chiusura, lo faccio perché mancano le risorse., lo faccio perché mancano le risorse".

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