Si è svolto ieri mattina nel carcere minorile di Bologna l’interrogatorio di garanzia dei tre studenti dell’istituto Paradisi di Vignola – una 16enne, un 17enne ed un ragazzo appena divenuto maggiorenne - responsabili di minacce, pestaggi, estorsioni e rapine ai danni diversi compagni di scuola ai quali avevano venduto droga. Episodi gravissimi quelli emersi dall’indagine dei carabinieri di Sassuolo. Il giudice, dopo aver ascoltato le parti, si è riservato la decisione. Per ora la ragazza rimane ai domiciliari mentre gli altri due sono in comunità. Intanto c’è incredulità tra i genitori, i professori e gli stessi studenti della scuola.
“Ci è dispiaciuto molto il fatto che siano stati associati alla scuola - ci ha detto la vice preside del Paradisi Cristina Margariti intervistata da Giada Chiari – perché all’interno dell’istituto non abbiamo avuto nessun riscontro, tutto quello che è descritto è avvenuto fuori”.
Sono comunque studenti della scuola…
Non posso confermarlo, anche se fossero studenti della scuola, ribadisco, si tratta di episodi avvenuti fuori. Quello che succede all’esterno non lo possiamo vedere o sapere.
Possibile comunque che i professori non abbiano colto alcun segnale, o gli stessi compagni di classe?
Noi siamo una popolazione di 1600 studenti e succede un po’ quello che capita ovunque. Siamo molto attenti, i ragazzi si rivolgono a noi per qualsiasi problematica, abbiamo diversi progetti a favore degli studenti contro il bullismo e cyberbullismo, ma anche contro gli episodi di furti. La scuola è presente, se poi al di fuori succedono altre cose la scuola non è coinvolta.
Ieri avete avuto un’assemblea con i genitori, si è parlato immagino di questi gravi episodi, cosa è emerso?
"Abbiamo commentato il fatto che questi fenomeni sono sempre più frequenti, i ragazzi si dimostrano sempre più fragili, ormai la società è cambiata così come il sistema di comunicazione dei ragazzi. Noi, come scuola, cerchiamo di cogliere tutti i segnali, quando ci sono situazioni critiche ci rivolgiamo anche alle forze dell’ordine o a figure competenti come psicologi. I genitori sanno queste cose, c’è molta collaborazione. Poi quello che succede al di fuori non possiamo saperlo"
Su quanto accaduto ai ragazzi del Paradisi è intervenuto anche il sindaco di Vignola, Simone Pelloni:
"Tra l’amministrazione e la scuola dobbiamo assolutamente insistere sempre di più su un’educazione contro il bullismo e contro tutti i fenomeni illeciti, divulgando una cultura che vada a contrasto di queste situazioni e dando ai ragazzi gli strumenti perché quando casi come questi si verificano possano non rimanere nascosti ma emergere. I ragazzi devono denunciare, senza abbassare la testa e subirli".
Lei ci teneva anche a ricordare l’esistenza di Youpol, una app che permette ai ragazzi di denunciare direttamente alle forze dell’ordine situazioni per così dire non chiare…
Si, assolutamente. L’anno scorso abbiamo fatto una campagna, con l’assessore alla sicurezza di Vignola, con tanto di giornata dedicata proprio insieme alle classi del Paradisi-Allegretti. Un appuntamento a questo punto da replicare e da estendere anche agli altri istituti scolastici. Come tutti gli strumenti, Youpol se correttamente utilizzato è una risorsa importante perché consente a tutti gli studenti, in particolare sul fenomeno del bullismo e dello spaccio, di fare segnalazioni in completo anonimato, vincendo così quel timore reverenziale che i giovani possono provare nel recarsi in caserma piuttosto che presso un’altra istituzione. Si tratta di uno strumento molto semplice, soprattutto per i cosiddetti nativi digitali. Noi adulti abbiamo il dovere di divulgarlo e farlo conoscere.
Quindi anche un ruolo importante dei genitori…
Certamente, tant’è che noi con i genitori iniziamo molto presto a trattare il tema del bullismo perché si tratta di un fenomeno che inizia anche molto prima delle scuole superiori. Il bullismo e come affrontarlo è un tema che viene trattato nei vari percorsi di educazione alla genitorialità già dal nido, dalla scuola materna, massimo dalla primaria, per fornire ai genitori gli strumenti e i consigli utili per intervenire sul nascere del fenomeno, che sia esso subito o attuato.
Chiara Tassi