Giovedì è programma un’asta per acquistare, per blocchi, i mobili per cui oltre 10mila clienti in tutta Italia avevano già versato acconti: cucine e mobili che non vedranno mai e per cui erano state pagate caparre per oltre 4,5 milioni di euro. Già oltre 2mila 400 le domande di insinuazione al passivo, di cui 1300 da creditori privilegiati: difficile, quindi, portare a casa qualcosa per chi aveva versato la caparra.
“Ad oggi non verranno consegnati i mobili – ha detto l’avvocato Antonio Rosetta che sta seguendo le pratiche per Adconsum, intervistato da Chiara Tassi- perché il curatore fallimentare, sia per le perdite portate dalla precedente gestione, sia per l’impossibilità di individuare i beni riferibili alle diverse cauzioni versate, ha deciso di sciogliersi dai contratti. Sappiamo che è stata prevista la vendita all’asta dei lotti all’interno dei magazzini, che potrebbe aiutare a portare un attivo patrimoniale tale da poter pagare i debitori della procedura. Il problema è che chi ha versato la caparra è un creditore chirografario, ossia colui che non ha privilegi, e che quindi viene dopo i creditori privilegiati, per esempio i lavoratori. Diventa quindi molto difficile, per chi ha versato la caparra, ottenere un recupero”.
Chi ha versato la caparra che cosa può fare, quindi?
Per non restare fuori, quello che è da fare è formulare una domanda di insinuazione a passivo e a chi non l’avesse fatta consigliamo di farla entro il mese di aprile del prossimo anno. In base a come andranno le vendite ed in base alla procedura concorsuale, si potrebbero vedere parzialmente, a distanza di molto tempo, riconosciuti quegli importi. Chi però agisce in questo modo deve comunque avere la consapevolezza, però, che prima ci sono i lavoratori ed altri creditori privilegiati.
Per la procedura legale ci si può rivolgere anche a voi di Adconsum?
Si, certo.
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