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Modena Cronaca Caccia al bolide di Capodanno: caduto tra Rovereto Sul Secchia e Disvetro

Caccia al bolide di Capodanno: caduto tra Rovereto Sul Secchia e Disvetro

"Aiutateci a trovarlo" dicono gli scienziati di Prisma

Lascia un commento | Tempo di lettura 224 secondi Modena - 03 Jan 2020 - 12:14

Bolide nei cieli del nord Italia, si cerca il meteorite

E' caccia ai frammenti del bolide che la sera del primo gennaio ha illuminato i cieli del nord Italia; gli eventuali detriti potrebbero essere caduti nel cuore della Pianura Padana, per l'esattezza nel modenese, secondo la ricostruzione fatta dagli esperti dell'Istituto nazionale di astrofisica.

  Il 'sasso' spaziale, di diversi chili di peso, proveniva probabilmente dalla fascia principale degli asteroidi, tra Marte e Giove. I calcoli indicano che qualche frammento potrebbe essere caduto  fra Rovereto sul Secchia e Disvetro. Non va toccato, ma prelevato con fogli di alluminio e adagiato in un vaso di vetro pulito. Oggetti sospetti si possono mostrare anche all'Osservatorio astronomico di Cavezzo.

Nel pomeriggio del 1 gennaio, alle 19.26, ora italiana, un bolide luminoso, una meteora particolarmente brillante, probabile residuo di un piccolo asteroide o di una cometa, ha attraversato i cieli del Nord Italia. A comunicarlo è la rete Prisma (Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e dell’Atmosfera) che in una nota riferisce come ben 8 camere della rete abbiano rilevato il corpo celeste. “Fra queste 8 camere i dati utilizzabili per la triangolazione sono stati quelli di Bedonia, Rovigo, Felizzano, Loiano, Cecima e Navacchio. Oltre ai dati delle camere” – si legge sul sito di Prisma (www.prisma.inaf.it) – “abbiamo ricevuto decine di segnalazioni visuali da Emilia-Romagna, Lombardia, Liguria, Toscana e le segnalazioni continuano ad arrivare anche ora”.

Prisma comunica anche che in base ai calcoli qualche frammento del meteoroide originario potrebbe essere arrivato al suolo: la zona interessata dalla caduta sarebbe quella relativa al paesino di Disvetro, pochi km a nord-ovest di Cavezzo. Inoltre considerato i processi di frammentazione cui il meteoroide è andato soggetto, qualche pezzo potrebbe essere finito  fra Rovereto sul Secchia e Disvetro.

Prisma invita pertanto i cittadini dell’area interessata dalla caduta a segnalare eventuali rocce o frammenti.

Chiara Tassi ha chiesto a Daniele Gardiol -Coordinatore Nazionale rete PRISMA- come è possibile riconoscere il meteorite.

“Quando oggetti come questi transitano in atmosfera si scaldano moltissimo, per cui il sasso viene ricoperto da una cosiddetta crosta di fusione, sostanzialmente una patina nera e opaca. Inoltre la roccia non presenta porosità e non ha spigoli vivi”.

Stiamo parlando di un oggetto di che dimensioni?

Questo è difficile da dire con precisione perché l’oggetto in atmosfera si è frammentato. Possiamo dire però che potrebbe andare dalla dimensione di una noce fino a quella di un pugno, o anche un po’ più grande.

Chi trovasse un sasso di questo tipo o abbia quanto meno il dubbio di essere in presenza di un meteorite che cosa deve fare?

Se dispone di una mail può inviare una segnalazione e una foto all’indirizzo prisma_po@inaf.it oppure se preferisce farlo vedere e si trova sul posto può contattare l’osservatorio astronomico di Cavezzo (Mauro Facchini - m.facchini@iol.it).

Sempre PRISMA specifica nella nota che “non esiste nessun pericolo per la salute o altro derivante dal ritrovamento della presunta meteorite, che in sostanza è un pezzo di roccia inerte. L’interesse è puramente scientifico e da questo punto di vista sarebbe importante non lasciar passare troppo tempo dal ritrovamento all’esame mineralogico in quanto si rischia che le peculiarità della meteorite, esposta all’atmosfera terrestre e/o al terreno, vengano velocemente perse o alterate in modo irrimediabile. Ogni meteorite è il testimone di un'epoca remota, risalente alla formazione del Sistema Solare (circa 4,5 miliardi di anni fa), pertanto nessuna meteorite deve andare persa. In Italia le cadute accertate di meteoriti negli ultimi due secoli sono una quarantina ma questa potrebbe essere la prima a essere ritrovata tramite un progetto sistematico”.

 

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