Potrebbero essere una ventina tra Modena e Reggio Emilia le filiali Unicredit destinate alla chiusura in base al piano industriale presentato dalla banca ai sindacati. Pesanti anche i tagli stimati sul personale: 6 mila esuberi su 8 mila sono in Italia. I sindacati parlano di tagli senza precedenti.
“Nel modenese e nel reggiano potrà esserci un ampio numero di chiusure - spiega Stefano Severino della Fisac-Cgil Bologna - anche perché la grossa presenza di filiali Unicredit si trova proprio al centro nord. L’impatto occupazionale sarà molto pesante in Emilia Romagna dove ci sono tante filiali, ricordandoci che la nostra regione ha già pagato in termini occupazionali con il piano precedente. Per quanto ci riguarda è necessario un cambio generazionale in Unicredit: come sindacati siamo disponibili a parlare con Unicredit di accompagnare i colleghi al prepensionamento solo se questo è affiancato da un cospicuo piano di assunzioni altrimenti non tratteremo solo su tagli e perdita di professionalità e capillarità sul territorio.
A cosa sono dovuti questi tagli? Incide il fatto che si punti sempre più sull’home banking?
Incide in parte ma su questo noi non siamo contrari, è il mondo che va avanti e bisogna anche gestire questi cambiamenti tecnologici. Il territorio modenese per esempio ha visto accrescere moltissimo i dipendenti che lavorano facendo banca digitale e Modena ha un polo importante in Piazza Grande. Il problema non è quello della tecnologia è che Unicredit dichiara 6mila esuberi per poter tagliare i costi e portare i suoi utili annuali da 4 miliardi e 7 del 2019 a 6 miliardi stimati per il 2020, per remunerare ancora di più i suoi azionisti ed è questo che noi non possiamo accettare.