Un intervento da 4 milioni e mezzo di euro, finanziato in buona parte dal Comune con un avanzo di bilancio e con un contributo della Regione Emilia-Romagna nell’ambito degli interventi post sisma. E’ quello che riguarda il rifacimento della palestra delle scuole medie Carducci i cui lavori, iniziati nel febbraio 2018, sarebbero dovuti terminare un anno fa, ma, quando si parla di appalti pubblici il condizionale è d’obbligo. Il cantiere risulta infatti dismesso da diversi mesi, lo scheletro della palestra finora ricostruito è ricoperto da folta vegetazione e degli operai neanche l’ombra da quasi un anno. Sembra che la Frimat spa, impresa romana che si è aggiudicata l’appalto per il secondo stralcio di lavori, sia in odore di fallimento e dunque non rispetti gli impegni presi. Il Comune – a detta dell’assessore ai Lavori pubblici Andrea Bosi che abbiamo interpellato – in questo momento ha le mani legate e “non può spingere per un’accelerazione del cantiere”. Il rischio è che ci si trovi nella stessa situazione del Sigonio il cui rifacimento della sede storica di via Saragozza, presentato in pompa magna dall’Amministrazione, è stato bloccato dal tribunale dopo la richiesta di concordato in bianco da parte della ditta Pessina Costruzioni. Intanto spiace vedere che un cantiere come quello di Vaciglio, con le sue palazzine di 500 alloggi, prosegua spedito (giusto la pandemia è riuscita a fermare i lavori per due mesi) mentre per le scuole i tempi siano dilatati, eterni, infiniti.
Giada Chiari