Mentre nella provincia di Modena così come in altre dell’Emilia Romagna, dell’Umbria ma anche in Calabria sono stati sequestrati terreni e immobili appartenenti ai fratelli Sarcone per un valore di 13 milioni di euro, primo passo per portare nelle casse dello Stato il tesoretto di questi esponenti di primo piano della 'Ndrangheta in Emilia-Romagna, a Maranello hanno preso il via nei giorni scorsi i lavori per ristrutturare un’altra villa sequestrata alla criminalità organizzata. A fine lavori l’immobile diventerà una struttura ricettiva gestita da donne in difficoltà.
Un iter burocratico non facile, però quello seguito dal Comune di Maranello per arrivare ad essere proprietario del bene, come conferma l’assessore Marielena Milillo a Chiara Tassi:
“Un bene confiscato deva passare attraverso una serie di passaggi burocratici, che vanno dalla sottrazione del bene stesso alla persone che se ne era indebitamente appropriata, fino all’assegnazione ad una associazione o a un Comune. Per l’assegnazione all’amministrazione comunale di questa villa, ad esempio, l’iter è cominciato con la scorsa giunta, nel 2014, quando io era già assessore. Attraverso il comandante della Polizia Municipale avevamo saputo del sequestro dell’immobile e ci siamo subito interessati per raggiungere quello che per noi era l’obiettivo principale, ossia restituire quel bene alla collettività”.
Adesso come verrà utilizzato?
Intanto va detto che la villa è oggetto di un finanziamento della Regione Emilia Romagna (200mila euro, ndr) che con grande sensibilità ha messo a disposizione risorse importantissime. I Comuni, solo con risorse proprie, non avrebbero infatti la possibilità di compiere, sui beni confiscati, tutti quei lavori necessari poi per l’utilizzo: si tratta infatti spesso di beni che non rispettano le norme, ad esempio, nella costruzione e che quindi hanno bisogno di lavori importanti.
Grazie a questo finanziamento, essendo il bene collocato in una zona di pregio di Maranello, si presta moto bene a diventare una struttura ricettiva che ci auguriamo possa essere gestita da donne in condizioni di fragilità economica, che quindi hanno bisogno di trovare una propria autonomia. Penso ad esempio alle madri sole con figli a carico o alle donne con cui entriamo in contatto attraverso il centro antiviolenza. Donne, quindi, che potranno diventare protagoniste di un cambiamento significativo che è quello di trovare un lavoro, trovare una propria collocazione nella società per emanciparsi.
Quindi sostanzialmente un bed and breakfast. E queste signore hanno già competenze o verranno formate?
No, immaginiamo che non tutte le donne che entreranno a far parte del progetto abbiano alle spalle un background che permetta loro di poter svolgere questo tipo di lavoro, quindi verranno formate. Ad esempio sulla parte della ricettività, IAL Serramazzoni sarà al nostro fianco proprio con il compito di formare chi lavorerà sul posto.
Termine dei lavori?
2022. Adesso è partito il primo stralcio, il più significativo, grazie al quale vedremo completato gran parte di quello che è il progetto. Dopodiché stiamo nuovamente partecipando al bando della Regione per poterlo completare ed arrivare almeno alla completa riqualificazione strutturale dell’immobile. Si tratta anche questo caso, come in quello che già abbiamo vinto, di un bando cofinanziato: un terzo circa a carico del Comune ed il resto a carico della Regione.
