Mondo sindacale della scuola in subbuglio per la ripartenza dell’anno scolastico a settembre: problema principale, con le norme contro la diffusione del virus, pare essere quello del numero di insegnanti. Nonostante le norme parlino di un metro di distanza da bocca a bocca parte infatti che ci siano anche qui classi non in grado di soddisfare la norma.
Chiara Tassi ne ha parlato con Elvira Malagoli di Cgil Reggio Emilia:
“Tutte le opzioni che, secondo le linee guida, i dirigenti possono mettere in campo – e sono tante: sdoppiare le classi, fare gruppi, fare turnazioni- richiedono però personale docente aggiuntivo”
Le linee guida se non sbaglio parlano di una distanza bocca-bocca di un metro che, con i classici banchi, mi pare sia una distanza rispettata. Come mai è necessario allora più personale?
Ci sono molte scuole che hanno aule piccole che non possono contenere, nemmeno rispettando solo questa norma, un numero di banchi sufficiente per ciascuna classe. Se si trova uno spazio adeguato a contenerli tutti bene, ma può anche esservi la necessità di dividere in due le classi, ed è evidente che in questo caso è necessario un docente di qua ed uno di là. Senza contare poi che tutti gli studenti quest’anno hanno perso quattro mesi di scuola buoni: un organico aggiuntivo, secondo noi, sarebbe anche legittimato dal fatto che c’è la necessità di recuperare il tempo perduto.
Maestre e professori però potrebbero, ad esempio, fare qualche ora al giorno in più e dedicarsi così anche a chi, con la didattica a distanza, si è perso per strada piuttosto che a chi ha accumulato lacune…
Guardi, intanto le dico che ad esempio all’istituto Manzoni (Reggio Emilia, ndr) il collegio docenti torna al lavoro il 24 agosto anche se dovrebbero rientrare il primo settembre. Gli staff dirigenziali degli istituti, poi, sono ancora al lavoro per organizzare il rientro dei ragazzi. Quindi quest’anno mi pare che gli insegnanti di ore in più ne abbiano fatte tante, anche quando erano a casa, perché hanno lavorato dal mattino alla sera.
Poi non è solo questione di disponibilità dei docenti: le linee guida non prevedono, ad esempio, un rientro al primo settembre, anche perché si confligge sempre con altri interessi come ad esempio quelli del turismo. Non possiamo improvvisare: i docenti probabilmente sarebbero stati disposti a tornare in classe anche prima dell’estate, ma è stato deciso che per ragioni di sicurezza non si potesse fare. Noi crediamo che sulla scuola si sarebbe potuto iniziare a lavorare prima per pensare ad una riapertura che garantisca a tutti maggiore tranquillità…
Devo però dire che io una grande levata di scudi da parte dei sindacati della scuola per chiedere di tornare al lavoro non l’ho vista…
Beh, noi la mobilitazione ultima che c’è stata, quella di genitori ed insegnanti, l’abbiamo appoggiata… (Malagoli fa riferimento alla mobilitazione “Priorità alla scuola” organizzata dall’omonimo comitato formato da insegnanti, genitori, educatori e studenti della scuola e dell’università e svoltasi lo scorso 25 giugno in diverse piazza in Italia, tra cui anche Modena e Reggio, ndr)
La manifestazione però è stata a fine giugno, gli studenti erano a casa da fine febbraio…
Si, certo, D’altra parte però prima era anche un po’ difficile organizzare qualcosa, dal momento che il comitato scientifico nazionale ha decretato che per ragioni di sicurezza e di salute era bene non aprire…
Anche in altri comparti erano stati evidenziati rischi ma sono state fatte pressioni e si è partiti prima, anche in deroga alle norme stabilite da Roma…
Son d’accordo con lei. Queste linee guide così generiche avrebbero potuto essere emanate anche ad aprile o maggio e le scuole avrebbero avuto più tempo per organizzarsi per una partenza tranquilla e sicura per tutti. Invece così il rischio è che si parta pure male.