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Regionale Cronaca Mentre è stato prolungato al 15 ottobre lo stato di emergenza rimangono problemi con i rientri dall'estero

Mentre è stato prolungato al 15 ottobre lo stato di emergenza rimangono problemi con i rientri dall'estero

Dopo l'approfondimento con l'Asl parliamo dei controlli con la dott.ssa Fenu, dirigente della Polizia di Frontiera all'aeroporto di Bologna

Lascia un commento | Tempo di lettura 238 secondi Regionale - 30 Jul 2020 - 10:34

Via libera ieri sera del Cdm alla proroga dello stato di emergenza per coronavirus fino al 15 ottobre, mentre salgono i contagi in Italia: altri 289 in un giorno. Sei i decessi. L'Iss parla comunque di "dati stabili" negli ultimi 30 giorni.

In Emilia Romagna si sono registrati 28 nuovi positivi, di cui 10 persone asintomatiche. Si registra purtroppo anche un nuovo decesso: si tratta di una donna della provincia di Bologna.

Nel modenese 5 i nuovi casi, di cui tre collegati alla giovane modenese risultata positiva mentre si trovava in vacanza a Riccione e uno riguardante il focolaio di Castelnuovo.

A preoccupare, soprattutto dato il periodo di vacanze e quindi di mobilità tra stati per tanti italiani e stranieri, è ancora una volta il controllo su chi proviene da paesi extra Schengen.

Dopo aver approfondito la scorsa settimana con l’Asl (clicca qui per leggere l’articolo), oggi cerchiamo di capire che cosa accade negli aeroporti con la dott.ssa Silvia Fenu, dirigente dell'Ufficio di Polizia di Frontiera dell'Aeroporto Marconi di Bologna.

“Per tutte le persone che arrivano da destinazioni Schengen che sono però hub di triangolazione con paesi terzi –per esempio Washington- Francoforte-Bologna- devono necessariamente certificare che si porranno in isolamento fiduciario e presso quale indirizzo. Noi poi comunichiamo questi dati alle Prefetture.
Stessa cosa vale per gli arrivi extra Schengen e anche da Romania e Bulgheria. Anche in questo caso le persone che arrivano in Italia compilano l’autocertificazione dichiarando un indirizzo dove svolgere l’isolamento fiduciario e la sorveglianza. Noi raccogliamo le autocertificazioni, le suddividiamo per provincia e inviamo tutto alle diverse Prefetture che le girano alle Asl di competenza per la sorveglianza. Fa eccezione il Comune di Bologna, con il quale sono stati presi accordi diretti: le certificazioni relative a cittadini bolognesi le inviamo direttamente noi alla Asl di Bologna”.

Sono però in corso trattative per un accordo che dovrebbe permettere di snellire l’intero processo, vero?

Si, con la Regione si sta valutando una sorta di accordo per rendere questo dato direttamente disponibile per le Asl facendo arrivare una rappresentanza delle Aziende Sanitarie o della Protezione Civile in aeroporto cosicché siano loro a registrare questi passeggeri. Si eviterebbe un ulteriore passaggio, con il vantaggio di avere direttamente disponibili e scritto a chiare lettere sia indirizzo che numero di telefono delle persone da controllare, con un conteggio più attendibile del numero di passeggeri da porre in sorveglianza.

Questo per quanto riguarda gli aeroporti. Per quanto riguarda invece ad esempio i rientri dall’estero con i pullman –penso alle badanti che fanno rientro in Italia dal loro paese d’origine- non è il suo campo specifico ma…può dirci, se ne ha un’idea, come funzionano i controlli?

Il mio campo si chiude in ambito aeroportuale. Ritengo però che ci possano essere controlli –che dovrebbero essere in capo all’Asl- all’arrivo dei pullman nelle aree di posteggio degli autobus. Presumo che, dal momento che è stata chiesta la certificazione per chi rientra da Romania e Bulgaria, ci sia anche un controllo alla frontiera terrestre al momento del passaggio di questi autobus.

Si fanno verifiche sulla veridicità dei dati che vengono riportati nell’autocertificazione?

Se ci sono delle documentazioni che destano dubbi vengono verificate e in caso di difformità si procede di conseguenza. E’ capitato anche che persone sottoposte a quarantena si siano presentate in aeroporto per partire: noi leggiamo al controllo banca dati a terminale il provvedimento e quindi abbiamo rimandato a casa queste persone, procedendo poi di conseguenza.

Quindi i dati delle autocertificazioni trasmessi alle Prefetture sono inseriti anche all’interno dei database delle forze dell’ordine per i controlli?

Si, a livello nazionale. Siamo a conoscenza sia dell’indirizzo in cui la persona ha dichiarato di svolgere la quarantena sia della data di inizio e fine.

E se ha dichiarato il falso nell’autocertificazione o viola la quarantena a che cosa va incontro?

Ad una sanzione amministrativa.

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