In attesa dei numeri di oggi di nuovi contagi che si spera siano più contenuti rispetto ai 642 di ieri a livello nazionale, a tener banco continua ad essere la scuola. Ieri c’è stata la tanto attesa riunione del comitato tecnico scientifico ma sono ancora tanti gli interrogativi da sciogliere, a partire dallo stesso uso della mascherina in classe, come sottolinea Cecilia Massaccio del comitato La scuola a scuola di Modena…
Sembrava che fosse già una cosa decisa per tutti i bambini e ragazzi dai sei anni in su appunto. In realtà ieri il Comitato tecnico scientifico ha ribadito che non è vista come una cosa necessaria e obbligatoria universalmente ma soltanto in quelle situazioni, soprattutto ad inizio anno, in cui non sia possibile garantire il distanziamento. Non è ancora stato deciso nulla perché il pronunciamento definitivo si avrà solo a fine agosto.
Rimane confermata invece la data del 14 settembre per la ripresa delle lezioni. Se si avrà un caso positivo in classe scatterà la quarantena per compagni e insegnanti, mentre la decisione sulla chiusura o meno della scuola sarà invece in capo a strutture locali e presidi. Dal 24 agosto poi via ai test sierologici volontari e gratuiti per il personale scolastico.
Tra le misure confermate anche il metro di distanza bocca-bocca tra gli studenti. E nelle scuole si lavora per adeguare aule e spazi in base alle disposizioni antiCovid. Sono 21 gli edifici scolastici su cui il Comune di Modena sta intervenendo con i fondi messi a disposizione dal Ministero per adeguare le strutture. Le criticità maggiori restano legate ai trasporti: a Modena mancano 120 bus per aggiungere corse. Questo è il nodo principale, sottolinea ancora Massaccio: “Quello che sto vedendo su Modena è che molti istituti si stanno organizzando in collaborazione con il Comune per avere spazi alternativi, tuttavia esiste la problematica relativa ai trasporti e non riguarda solo le scuole superiori. Oggettivamente quel nodo lì è un problema grande. Io lo vedo come una risposta che non si è riuscita a dare da parte delle istituzioni preposte e mi sembra che a Modena, rispetto ad altre provincie dell’Emilia Romagna, il problema sia più forte.
Giada Chiari - Chiara Tassi