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Modena Cronaca Scuola al via tra mille incognite. "Anche gli enti locali dovevano fare di più"

Scuola al via tra mille incognite. "Anche gli enti locali dovevano fare di più"

E mentre nel modenese non si hanno notizie di seggi allestiti in sedi alternative, a Correggio non si voterà nelle scuole

Lascia un commento | Tempo di lettura 297 secondi Modena - 07 Sep 2020 - 10:55

Lunedì prossimo prenderà il via la scuola ma sono tanti i punti ancora da chiarire e ci sono stati –secondo molti insegnanti- carenze e ritardi non solo da parte del Governo centrale per un ritorno sui banchi in sicurezza. Parte della responsabilità va anche alle istituzioni locali.

Sentiamo la professoressa modenese Elisa Turrini intervistata da Chiara Tassi:

“Intento partiamo, ma con ancora tante criticità che dipendono dai ritardi che ci sono stati sia a livello nazionale ma anche locale, secondo me. Si tratta di questioni legate sia a spazi e arredi ma anche agli organici, in particolare per quanto riguarda le supplenze, che non sono state ancora assegnate.  E’ vero, questo è un problema “storico” della scuola italiana, ma forse quest’anno data la situazione si poteva fare qualcosa di più per garantire un inizio davvero in sicurezza.

In particolare a livello locale, secondo lei, che cosa si poteva fare “di più” per un ritorno sui banchi in sicurezza?

In primo luogo avrebbero potuto far sentire una vicinanza maggiore, anche solo emotiva, a tutto il mondo della scuola. E poi avrebbero potuto seguire più da vicino la ripartenza per organizzarla meglio. Per esempio non è stata garantita la partenza dei servizi pre e post scuola, che sono servizi fondamentali soprattutto per i genitori che lavorano. Anche per quanto riguarda gli arredi, a mio avviso, si poteva fare di più: chiaro che al Ministro Azzolina non si può chiedere di risolvere il problema della scuola “x” di Modena, ma forse l’ente locale poteva intervenire laddove il Governo nazionale non riesce ad arrivare.
Si sarebbe dovuta attivare realmente questa rete locale sulla quale il governo nazionale ha tanto insistito, e non farlo solo a parole. Secondo me da questo punto di vista non è stato fatto abbastanza: i banchi, ad esempio, non sono ancora arrivati; forse il Comune di Modena sarebbe potuto intervenire proponendo soluzione alternative. Lo stesso vale per gli spazi nelle aule: a luglio, quando sono stati fatti i sopralluoghi, è stato detto che le scuole di Modena potevano accogliere tutti gli studenti previsti senza la necessità di trovare spazi alternativi fuori dalle rispettive scuole. Io inviterei l’assessore del Comune di Modena Baracchi a farsi un giro per le scuole della città per vedere come sono gli spazi d’aula: abbiamo sì rispettato tutte le norme di sicurezza nel sistemare i ragazzini, ma l’aula è anche un ambiente di apprendimento che necessita di determinati spazi…

Il numero di ragazzi per classe, nella sua scuola, è stato ridotto?

Assolutamente no. Anche le prime formate quest’anno contano 25/26 alunni in spazi che sono quelli di sempre. Quindi ribadisco: il metro bocca/bocca c’è, il problema è che il rispetto delle nuove norme comporta, in certi casi, una distribuzione dei ragazzi che non garantisce un ambiente di apprendimento “sostenibile”.
Siamo in attesa, va detto, dell’”organico Covid” che dovrebbe permettere in alcune scuole di alleggerire di due o tre unità le classi. Ma ripeto: con tutto il tempo a disposizione da febbraio -quando le scuole hanno chiuso- si poteva fare molto di più sia a livello nazionale che locale, mentre penso che dirigenti ed insegnanti abbiano fatto -e stiano facendo- tutto quello che possono.

Tra queste questioni in capo all’ente locale anche quella di reperire spazi “alternativi” per il referendum del prossimo 20 e 21 settembre, che porterà -di nuovo- ad una chiusura delle scuole. Voi insegnanti ultimamente venite tacciati di “voler lavorare il meno possibile”, ma in tanti vi siete lamentati per questa ulteriore chiusura…

Chiaramente in tutte le categorie ci sono lavoratori che fanno meglio ed altri che fanno peggio. Quello che le posso dire è che gli insegnanti hanno una gran voglia di ricominciare, il problema è che ci sono davvero tanti ostacoli, ed il referendum è tra questi. Già alcuni mesi fa il Governo aveva dato disposizioni per far si che gli enti locali trovassero altri spazi in cui far svolgere le votazioni. Per quale ragione, mi chiedo, il Comune di Modena non ha provato o non ha dichiarato nulla in merito alla possibilità di trovare spazi alternativi? Così invece la scuola ancora una volta si fermerà. Noi insegnanti passiamo per quelli che sollevano questioni irrilevanti, ma la realtà è che ancora una volta abbiamo l’impressione che -anche a livello locale- la scuola non sia una priorità. Quando ripartiremo e sarà chiaro quello che funziona e quello che no ci dispiacerebbe che tutta la responsabilità venisse scaricata su di noi quando non è così.  

Per la cronaca aggiungiamo che proprio questa mattina dal Comune di Correggio è arrivata la notizia che, in occasione del referendum, nessun seggio sarà allestito nelle scuole. “Non appena sono state rese note le nuove date per il referendum, ci siamo immediatamente attivati per scongiurare l’interruzione dell’attività scolastica, a una sola settimana dalla sua ripresa” ha detto il sindaco Ilenia Malavasi. “Questo ha comportato un lavoro impegnativo e una riorganizzazione complessiva delle sezioni elettorali presenti a Correggio, ma, grazie al supporto degli uffici, siamo riusciti a ricollocarle in locali alternativi, con caratteristiche idonee in base alla normativa vigente”. 

Foto di repertorio

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