Sono passati 90 giorni da quando i cittadini di viale Gramsci a Modena, una delle zone considerate da sempre più difficili della città, tra spaccio, degrado e prostituzione, hanno presentato alle istituzioni l’ennesima istanza per chiedere maggiori controlli nella zona.
Nessuna risposta però è arrivata se non l’istallazione di 2 nuove telecamere di sicurezza, quando i residenti avevano chiesto invece postazioni fisse delle forze dell’ordine, aumento dell’illuminazione pubblica, l’impiego di volontari per controllare la zona come si sta facendo al Novi Sad, e ancora maggiori e più mirati controlli sulle attività commerciali.
Ancora un volta i cittadini, nonostante l’impegno, si sentono inascoltati. Ed è anche per questo che stanno pensando di concludere, con la fine dell’anno, l’esperienza del Gruppo di Controllo di vicinato di viale Gramsci, uno dei primi a nascere a Modena ed uno dei più attivi della città. “Nonostante le promesse e la vicinanza delle istituzioni nulla di concreto viene fatto” ha detto Marcello Costantino intervistato da Chiara Tassi:
“Dobbiamo decidere a fine anno se continuare o meno, ma al momento credo che non ci siano più i presupposti. Si tratta di un’attività “pesante” in termini di tempo perso e di sforzi fatti da parte dei cittadini, e onestamente non vediamo riscontri oggettivi: o questi sforzi si traduco in qualcosa o crediamo che il tempo delle persone possa essere impiegato diversamente”.
Dopo l’incontro di due mesi fa in Prefettura qualcosa è cambiato?
Non vediamo grossi miglioramenti relativi alla sicurezza e al degrado della zona. Certi tipi di problematiche non sono state eradicate e non si vede alcun tipo di miglioramento di sorta, o se si vede è molto molto limitato.
Quali rimangono i problemi principali?
Sono quelli che vengono ormai segnalati da almeno 4 anni con petizioni, esposti, denunce. C’è una piazza di spaccio particolarmente viva e fervida, e ci sono alcune attività commerciali che sono il fulcro di situazioni degradanti. In particolare da lì escono persone in stato di ebbrezza che poi hanno comportamenti degradanti nella zona, parliamo anche di 40/50 persone che smaltiscono la sbornia “ognuno a modo suo”.
Quando avete incontrato le istituzioni che cosa vi era stato detto?
C’è una presa di coscienza che il problema c’è. Quello avuto in Prefettura a luglio è stato un incontro costruttivo e collaborativo, noi eravamo rimasti soddisfatti soprattutto perché si è parlato di incontri periodici in cui fare il punto della situazione.
Sono passati due mesi: c’è già un prossimo incontro fissato?
E’ il Prefetto a convocare, ma noi siamo a disposizione.
Al prossimo incontro che cosa chiederete?
Esporremo il quadro attuale poi…il mestiere non è il nostro, chi deve risolvere i problemi di degrado e sicurezza sono le istituzioni. Sono loro che devono trovare il modo per risolvere le questioni e metterlo in atto, noi cittadini non possiamo far altro che collaborare come ci viene chiesto di fare.