Dopo le proteste di ieri si torna in piazza anche oggi contro l’ultimo dpcm del governo Conte. A Reggio l’appuntamento per tutti i gestori di ristoranti, bar e pub a cui è stata imposta la chiusura anticipata, è in piazza alle 16, a Modena si replica alle 18 in Piazza Grande: stasera a scendere in piazza saranno i settori dell’istruzione, della cultura, dello sport e dell’associazionismo. “Salute, diritti e lavoro si salvano insieme” dicono gli organizzatori.
“Qualsiasi statistico in questo momento avrebbe dubbi sul fatto che i dati siano razionali ed oggettivi. - dice Manuela Ciambellini di Priorità alla scuola, intervistata da Chiara Tassi- E si tratta di uno dei problemi che abbiamo dall’inizio di questa pandemia: fin dall’inizio le scelte non sono secondo noi state prese in base a dati oggettivi, si è trattato di scelte politiche. E noi su questo ci siamo uniti in piazza assieme: non dobbiamo cadere nel gioco di farci la guerra tra noi, di dire “è più contagioso quel luogo piuttosto che quell’altro”. Chiudere il mondo dell’associazionismo, dello sport, della cultura, dell’istruzione, significa distruggere un patrimonio umano, professionale, di volontariato, di attivisti che in questi mesi hanno dimostrato di esserci e di saperci essere in modo adeguato. Temiamo che il rischio che corriamo distruggendo questi mondi possa essere molto più grave di questa pandemia”.
A scendere in piazza stasera anche il mondo della scuola.
Ieri il presidente Bonaccini ha firmato una nuova ordinanza che dà il via anche nella nostra regione alla Dad almeno per il 75% delle lezioni nelle scuole superiori. Il mondo della scuole però teme si vada anche oltre, vero?
Si, il rischio è alto e noi vogliamo dire che rimandare gli studenti e le studentesse a casa significa privarli di un diritto costituzionale e farli ritornare in toto alle proprie disuguaglianze, perché non tutte le famiglie, non tutti i ragazzi, non tutti i bambini hanno le stesse possibilità.
E’ ormai chiaro che i ragazzi pagheranno un prezzo altissimo e che questi danni li vedremo tra alcuni anni. E’ importante però che chi prende queste decisioni rifletta non soltanto sul “qui ed ora” ma anche sul futuro.
Ricordiamoci poi che in Europa tutte le scuole sono aperte!
Togliamo ai ragazzi la scuola, gli togliamo lo sport, togliamo loro cinema e teatri: i ragazzini si troveranno quindi in contesti “altri” e meno controllati. E’ questo è il timore di tanti genitori…
Infatti la questione prioritaria sarebbe stata quella di renderli sempre più responsabili, più protagonisti attivi della loro crescita in una dimensione quanto più possibile protetta dal contagio. Quindi responsabilizzarli e farli ragionare sulla situazione attuale, non costringerli a richiudersi in casa davanti ai videogiochi o a ritrovarsi in situazioni molto più a rischio e meno controllate che non le scuole o le attività strutturate.