Ancora manifestazioni di protesta nelle piazze contro le restrizioni imposte dal DPCM. A Reggio ieri si sono ritrovati i gestori di ristoranti, bar e pub a cui è stata imposta la chiusura anticipata mentre a Modena a scendere in piazza è stato il mondo della scuola, della cultura, dello sport e dell’associazionismo. Circa 300 persone presenti per dire no alle chiusure. Una manifestazione pacifica come quella dei ristoratori andata in scena lunedì sempre in Piazza Grande per esprimere disapprovazione nei confronti di un DPCM che fino al 24 novembre blocca completamente l'attività di palestre e centri sportivi, teatri, spazi della cultura e prevede alle superiori la didattica a distanza al 75%.
“ Hanno chiuso tutti gli impianti sportivi, - dice una dirigente UISP - quindi le attività fondamentalmente sociali”.
“Abbiamo riaperto a giugno rispettando tutti i protocolli. Tutto quello che poteva essere fatto per continuare a lavorare l’abbiamo fatto. La chiusura vuol dire destinarci alla morte”.
“Quello che ci spaventa molto è questa tendenza a sacrificare sempre la scuola” – questa la preoccupazione di una mamma e insegnante.
“Come insegnante della mia scuola, la Mumo Arts Academy, costretta a chiudere e come attore e performer dico che è sbagliato - afferma Heron Borelli - Lo sport e l’arte fanno bene all’anima. Mentre i dottori curano il corpo, noi curiamo lo spirito e il corpo”.