Nel reggiano mancano vaccini antinfluenzali e l’Ausl è costretta a cancellare molte prenotazioni già fissate. Nonostante un aumento del 30% di dosi rispetto allo scorso anno, infatti, a causa del fortissimo incremento delle richieste e della consegne scaglionate delle dosi si registrano difficoltà, sia negli ambulatori Ausl che in quelli dei medici di medicina generale. Come stanno andando invece le cose nel modenese? Sentiamo Dante Cintori, segretario modenese del sindacato dei medici di base, intervistato da Chiara Tassi.
“Nel modenese direi che vanno bene. Io stesso, che lavoro nel distretto 5, ieri sono andato a ritirare una buona dose di vaccino tetravalente. Ci hanno consegnato già la seconda dose, che dovrebbe essere sufficiente per soddisfare le richieste che abbiamo. So che a Modena e ad altri distretti verranno consegnate all’inizio della prossima settimana; la seconda tranche che dovrebbe coprire quasi totalmente la richiesta dei pazienti. Ci è stato anche detto che eventualmente ci sarà un’ulteriore dose supplementare da utilizzare”.
“Che potrà essere utilizzata per chi non è considerato soggetto fragile ma quest’anno decide di farlo?”
“Sì, vedremo quante dosi ne abbiamo a disposizione”.
Inoltre, è stato lanciato a livello nazionale un allarme per quanto riguarda gli accessi al Pronto Soccorso. Tante, si dice, le persone che si rivolgono direttamente agli ospedali anche in presenza di sintomi lievi per paura di aver contratto il Covid. Come si ripete ormai dallo scorso marzo continua a valere la regola di NON andare al pronto soccorso se non in caso di sintomi importanti, e altrimenti chiamare il proprio medico di famiglia.
“A Modena i casi lievi li gestiamo. Io ho 8 positività a domicilio e li sento tutti i giorni, e altrettanto fanno i nostri colleghi. Come dichiarava lunedì anche il direttore del Pronto Soccorso del Policlinico, il dottor Luciani, sono diminuiti tantissimo gli accessi al Pronto Soccorso in questo periodo. Naturalmente, tanta gente però si spaventa e per sintomi anche lievi non interpella neanche noi e va direttamente al Pronto Soccorso”.
“Quindi, fate anche il contatto quotidiano con i casi positivi al posto dell’Ausl?”
“Sì, siamo sovraccaricati di lavoro e speriamo che diminuisca, perché siamo al limite proprio delle nostre forze”.
“Si sta siglando un accordo che prevede che come medici di famiglia eseguiate anche i tamponi rapidi nei vostri ambulatori, probabilmente per togliere un po’ di affaticamento alle Ausl, che hanno perso un po’ il tracciamento. Che cosa ne pensa?”
“Molti ambulatori non sono adeguati, perché hanno un unico ingresso e non si possono fare tamponi diagnostici su gente sintomatica in un ambulatorio senza uno spazio dedicato a quei pazienti. Quindi, saranno pochi gli ambulatori che potranno aderire a questa iniziativa, perché servono un ingresso separato e dispositivi di protezione elevati”.
“Il rischio è quello di infettarsi ancora di più”
“Oltre al medico, ad infettare anche altri pazienti che transitano nello studio. Sarebbe difficile farlo in sicurezza. Essendo su base volontaria, si può fare se si hanno spazi adeguati e personale adeguato e soprattutto formato, necessario per fare i tamponi nel giusto modo”.