L’organizzazione era stata messa in piedi per produrre documenti falsi per la regolarizzazione degli stranieri. Dopo undici anni è arrivata la sentenza che ha colpito l’unico imputato rimasto dei sei arrestati e quaranta denunciati. Dovrà scontare sei anni di carcere l’informatico che abita a Modena a cui è stata contestata l’imputazione per falsificazione di documenti finalizzata a favorire la permanenza dell’immigrazione clandestina. Al centro della truffa una cooperativa attraverso la quale venivano contattati gli immigrati che già si trovavano in territorio nazionale e che pagavano 2mila euro a pratica per far venire i parenti a lavorare in Italia. I documenti invece erano falsi e facili da scoprire: nessun familiare è mai arrivato in Italia.