Oggi in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne sono stati diffusi i dati relativi al triste fenomeno che ha visto un forte incremento a livello nazionale durante i mesi di lockdown.
A Reggio 23 le violenze sessuali denunciate in nove mesi, 80 i casi di maltrattamenti in famiglia. A Modena sono stati 17 quest’anno i casi di violenza sessuale, 68 invece le donne che hanno ricevuto un supporto psicologico per problematiche legate alla violenza di genere. Ne parliamo con Rosanna Bartolini, presidente del centro antiviolenza di Modena.
“Le donne che si rivolgono al centro antiviolenza sono prevalentemente donne con figli, circa l’80%, e per la maggior parte donne italiane, nonostante una forte presenza anche di donne migranti. La violenza colpisce le donne di tutte le età e di tutti i ceti sociali. Si tratta un trend abbastanza stabile in questi anni. Come le aiutiamo? Innanzitutto accogliendole in un ambiente protetto, dove lavorano solo donne, operatrici e volontarie, e ascoltandole senza mai mettere in dubbio quello che ci raccontano o cercare di carpire informazioni di cui non vogliono parlare. Le donne possono sentirsi libere di raccontare quello che hanno bisogno di raccontare e di chiedere quello che hanno bisogno di chiedere, anche semplicemente per capire insieme a noi se quello che accade è normale. Poi, con il tempo e quando lo decidono, si aiuta a trovare un modo per uscire da quella violenza, a progettare l’uscita da una casa oppure, nella minoranza di casi limiti, alla protezione in case rifugio.”
“C’è un numero a cui fare riferimento, a cui risponde sempre qualcuno?”
“Sì, il numero di Modena è 059 361050, in diverse fasce orarie. Il centro invece è sempre aperto, e recarvisi è sempre considerata una motivazione legittima. Prendendo appuntamento è possibile venire a fare una chiacchierata. Il rispetto dell’anonimato è totale.”
“La figura di questi uomini violenti in casa si può riassumere in un identikit?”
“È proprio questo lo stereotipo che noi vorremmo abbattere: non c’è un identikit dell’uomo violento, e i numeri lo giustificano. Per molte donne che abbiamo visto, il marito o il compagno violento, al di fuori della casa, era una persona totalmente considerata rispettabile. Ci sono uomini che sono professionisti, con posizioni importanti, che fanno lavori manuali o hanno delle aziende. Si tratta di un atteggiamento che magari non è manifestato con amici e colleghi, ma è poi presente verso le loro donne. Sicuramente tutto il concetto dell’amore romantico non aiuta in questi casi; ci sono però campanelli d’allarme a cui fare attenzione.”
