Folle nei centri storici per lo shopping di Natale mentre i piccoli negozi nei centri commerciali rimangono a bocca asciutta. A criticare una decisione ritenuta insensata è Confcommercio Modena.
“Da un punto di vista logistico, soprattutto nelle grandi città ma anche nei piccoli centri, dove esiste un centro commerciale è evidente che una parte dei consumatori si rivolge per i propri acquisti a questa tipologia distributiva - spiega il presidente provinciale Confcommercio Tommaso Leone - Chiuderli significa che in un periodo vocato ai regali, al consumo e all’acquisto come il periodo natalizio le persone si riversano dove possono. Siccome la maggior parte delle persone normalmente dal lunedì al venerdì lavora, sono sabato e domenica le giornate vocate allo shopping. Da un lato viene richiesto ai negozi di tenere aperto fino alle 21 per diluire giustamente il flusso e dall’altra parte si chiudono i centri commerciali, che sicuramente catalizzano una buona parte dei consumatori. Pertanto è inevitabile quello che abbiamo visto in tutti i centri delle grandi e piccole città, che siano sovraffollati. L’ingresso nei negozi è comunque contingentato per le normative che ci sono, che prevedono un certo di numero di persone in base alle superfici, quindi un po’ di confusione si crea. Ma la confusione si crea anche mentalmente nel vedere queste situazioni, dei controsensi che non hanno nessun fondamento. Anche nelle gallerie dei centri commerciali si possono regolare e ridurre gli afflussi, controllare che siano seguite tutte le normative come accade dal lunedì al venerdì: si entra con le mascherine, si utilizza il gel come ovunque.”