Dal 7 gennaio riaprono le scuole superiori; l’attività didattica sarà al 50% in presenza, percentuale che dovrebbe salire al 75% dal 15 gennaio. Nonostante la data si avvicini, rimangono ancora alcune incertezze su organizzazione e sicurezza. Ne parliamo con Alberto Rebecchi, responsabile della rete di coordinamento dei presidenti del Consiglio d’Istituto.
“Per la ripartenza della scuola superiore il 7 gennaio c’è ancora incertezza.”
“Sì, assolutamente. Il Prefetto è sempre stato molto trasparente nei confronti delle realtà genitoriali, ma in questo momento rimane la preoccupazione per due motivi. Il primo è la sicurezza sui trasporti. Il prefetto ha dato linee guida di applicazione, e adesso noi ci aspettiamo che le altre entità coinvolte diano la garanzia dell’effettiva sicurezza. La seconda sono le importanti ricadute sociali dell’attività didattica in presenza al 75%. Se dal 7 al 15 gennaio l’ordinanza del Ministro Speranza di attività didattica in presenza al 50% permette un unico orario di entrata e di uscita, in seguito si avrebbero due orari di entrata e due orari di uscita per un problema di trasporti, che non possono coprire tutta questa richiesta. Quindi, di conseguenza problemi come gli orari, l’organizzazione della giornata, la garanzia dei ritorni, rientri a casa tardi, le attività sportive.”
“Cosa è stato fatto di concreto, in questi giorni?”
“Lo sapremo dal 7 gennaio. Quando sono stato convocato dal Prefetto alla conferenza stampa del 18 dicembre e aggiornato dopo il 30 dicembre con l’ordinanza del ministro Speranza, era stato detto che aMo Seta si sta organizzando per la gestione dei trasporti e che poi ci sarà anche un monitoraggio da parte delle forze dell’ordine per evitare assembramenti. Noi siamo in attesa di vedere l’applicazione di questo.”
“Come coordinamento genitori e presidenti del Consiglio d’Istituto siete favorevoli a un ritorno a scuola?”
“Siamo favorevoli a un ritorno a scuola in sicurezza. In questi giorni si mette anche in dubbio la ripartenza il 7 gennaio, con un posticipo al 18. Questa è una questione governativa. Quando si ripartirà però si deve ripartire con la certezza della sicurezza e della preservazione della salute dei ragazzi nella scuola – dove la certezza c’è con l’applicazione di tutti i protocolli sanitari – e sui trasporti. Ribadisco anche che in ogni caso si deve mantenere l’attività didattica in presenza al 50%, una percentuale che permette a tutti i dirigenti scolastici di gestire meglio una sola entrata e una sola uscita e a Seta di garantire un trasporto sostenibile. Secondo me, gli orari scaglionati non sono fattibili in questo momento con il poco tempo che è stato dato ai dirigenti. Il 75% potrebbe essere raggiungibile ma con il tempo e con un monitoraggio costante. Per la città di Modena, la giusta percentuale per la ripartenza è il 50%.”
“Cosa sta comportando la didattica a distanza per i ragazzi?”
“I ragazzi sono bravi e stanno facendo il possibile, ma manca una relazione sociale fondamentale. La scuola è il perno della società. Con il lockdown manca il vedersi, il parlarsi, il confrontarsi con un professore. Davanti a un’emergenza diventiamo tutti responsabili e credo che i ragazzi abbiano capito il valore e cosa significhi andare a scuola, parlare e stare insieme agli altri.”
“Si partirà quindi con il 50% di attività didattica in presenza e dal 15 gennaio si passerà al 75%, come stabilito dal Governo. A Modena, il problema del 75% è relativo solo ai trasporti?”
“È stato detto che i trasporti saranno pronti a gestire un’andata e ritorno sia per l’orario 8-10 sia per l’orario 13-15. È la ricaduta sociale sulle famiglie - come genitore penso a un’eventuale riorganizzazione famigliare - e sull’organizzazione da parte dei dirigenti che ci preoccupa un po’, ma è ancora da vedere.
Giada Chiari