Il prossimo fine settimana, a partire già da venerdì 15 gennaio, alcuni ristoratori hanno annunciato che terranno le proprie attività aperte a cena, nonostante i divieti.
Ma che cosa rischiano titolari e clienti? Sentiamo l’avvocato Marco Pellegrini intervistato da Chiara Tassi:
“Allora le norme sono abbastanza semplici e dirette. In questo momento le violazioni sono principalmente di natura amministrativa. I vari Dpcm che si sono susseguiti e le proroghe prevedono una sanzione amministrativa base di 280 euro raddoppiata in caso di recidiva. Stiamo parlando di sanzioni attraverso il pagamento a misura ridotta quindi importi crescenti. Per l’attività commerciale può essere disposta la chiusura fino a 5 giorni dell’attività per impedire la reiterazione della violazione. Paradossalmente poi qualora l’attività aperta nonostante i divieti generi un focolaio potrebbe ipotizzarsi, ed è stato fatto in alcune procure soprattutto del sud Italia, l’ipotesi di epidemia colposa se non anche dolosa. Questa è una fattispecie di grande rilevanza dal punto di vista sanzionatorio. Limitiamo il campo per ora alle sanzioni amministrative che sono abbastanza cogenti. Il cliente si troverebbe a vedere interrotto il proprio pasto e l’attività immediatamente chiusa, e quindi per il ristoratore ci si troverebbe nel paradosso di aver affrontato una cucina e una cantina e di non vedere corrisposto il prezzo per quanto consumato sino a quel momento.”
Il cliente invece rischia la multa?
“Il cliente persona fisica è assoggettato a tutte le norme anti-assembramento in vigore e quindi il divieto di assembramento in luoghi pubblici o aperti al pubblico, il distanziamento sociale minimo di un metro, l’impossibilità di sedersi al tavolo oltre 6 persone. Quindi non risponde alla sanzione amministrativa erogata all’esercente, ma risponde in caso delle proprie singole disposizioni delle sanzioni previste che sono dello stesso importo. Quindi sanzione base 280 euro in misura ridotta o 400, oppure 560 in caso di recidiva e via. È chiaro che ancora peggio per chi ha l’obbligo di stare in quarantena domiciliare, lì si andrebbe in ipotesi di natura penale”
Chi diffonde sui social il messaggio “ok disobbediamo tutti” rischia qualcosa?
“ Mi giunge voce che sta venendo contestato a chi istiga sui social a violare la normativa il reato dell’articolo 414 che è istigazione a delinquere. È una fattispecie complessa, si vedrà in corso d'indagine se effettivamente potrà essere sostenuta oppure no, ma è un’ipotesi”