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Modena Cronaca Baby gang, controlli quotidiani della Polizia Locale in centro storico

Baby gang, controlli quotidiani della Polizia Locale in centro storico

Ispettrice Fiorini: “Ci siamo e cominciamo a vedere i risultati, fenomeno in attenuazione nelle ultime settimane”

Lascia un commento | Tempo di lettura 221 secondi Modena - 03 Feb 2021 - 09:39

Più controlli in centro dopo le risse che hanno avuto per protagoniste le cosiddette baby gang: giovani arroganti e violenti con i coetanei, spesso impuniti perché minorenni e divenuti l’incubo di residenti e commercianti. Solo ieri in tarda mattinata il titolare della jeanseria di via Cesare Battisti è stato rapinato e spinto a terra da due giovanissimi. I due sono stati poi individuati dalla polizia grazie all’aiuto dei residenti: si tratta di due magrebini, uno probabilmente minorenne.  Negli ultimi mesi non si contano le risse avvenute in centro o gli atti di vandalismo nei confronti di auto e vetrine. Più volte il Comune, per voce del sindaco Muzzarelli, ha annunciato interventi per reprimere e prevenire questo fenomeno. Che risultati stanno dando? Ne parliamo con Annalisa Fiorini, ispettrice della polizia locale, responsabile del servizio prevenzione nato proprio per monitorare il fenomeno delle baby gang. “Stiamo svolgendo servizi quotidiani sia in uniforme, con pattuglie composte da 4 operatori, così come in maniera occasionale sono previsti servizi in abiti civili con operatori affiancati dall’educativa di strada, quell’altro attore importante che ci consente un aggancio differente a queste aggregazioni. Settimanalmente è presente anche l’unità cinofila.

Avete notato un’attenuazione del fenomeno?

Credo che nelle ultime settimane la nostra presenza nella fascia oraria dalle 16 in avanti sia piuttosto visibile e abbia impatto - spiega Annalisa Fiorini - tanto che ormai, anche i ragazzi che frequentano i classici i luoghi di aggregazione del centro, ormai ci conoscono. Ci siamo e siamo in un numero che comincia ad avere una visibilità importante, sia per i commercianti che forse si sentono più tutelati sapendo di poter contare sulla nostra presenza, sia per i ragazzi che cominciano ad aver presente che quel territorio è presidiato.

A lei è capitato di sventare, insieme a colleghi, la maxi rissa in Piazza Mazzini dove si erano dati appuntamento centinaia di ragazzi. Che tipo di giovani si è trovata davanti in quell’occasione?

La tipologia dei ragazzi, in quell’occasione ed anche quella che vediamo tutti i giorni in centro, è piuttosto trasversale sia come estrazione sociale che come frequentazione scolastica. L’atteggiamento è vario: ci troviamo di fronte ragazzi che hanno sviluppato un atteggiamento molto provocatorio nei confronti dell’adulto, anche se è in uniforme, poi abbiamo anche in realtà in mezzo a questi ragazzi perché sono amici degli amici e si trovano, loro malgrado, coinvolti in situazioni complicate.

In quel caso quali sono stati i provvedimenti adottati, avete parlato, ad esempio, con le famiglie?

Certo, viene sempre chiamato il genitore quando si tratta di minori e si è in presenza di fatti penalmente rilevanti. Lo facciamo anche quando in realtà sanzioniamo su condotte amministrative, come il 15enne che sfreccia con un monopattino in Piazza Mazzini senza casco. Noi approfittiamo di questo momento anche per capire chi c’è dall’altra parte. Abbiamo il genitore che si scusa e quasi si vergogna al posto del figlio, così come abbiamo il genitore che, tutto sommato, è abbastanza disinteressato e abbiamo anche il genitore che nega la responsabilità del figlio.  

Il fatto di essere minorenni li rende più sprezzanti nei confronti dell’autorità?

Sopra i 14 anni sono imputabili, chiaramente c’è una normativa specifica, perciò non è vero che il minore in quanto tale non abbia conseguenze rispetto alle condotte illecite che compie. Se vengono commessi dei reati ci sono segnalazioni alla procura dei minori che poi attiva tutta una serie di verifiche anche in ambito familiare.

Giada Chiari

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