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Dal 26 aprile l'Italia riapre

Scuole, ristoranti, bar, cinema, teatri: si riparte. E i reparti covid in ospedale anche in Emilia Romagna iniziano a svuotarsi

Lascia un commento | Tempo di lettura 240 secondi Regionale - 17 Apr 2021 - 08:32

Rischio calcolato. Ha definito così ieri il premier Mario Draghi la scelta di iniziare a “riaprire” l’Italia. Ci saranno riaperture graduali: dal 26 aprile torneranno le zone gialle, non si potrà comunque restare fuori casa dopo le 22. 

Per quanto riguarda le riaperture si punterà molto sulle attività all’aperto, i ristoranti in zona gialla dal 26 aprile potranno aprire a pranzo e a cena con i tavoli allestiti all’esterno. Comnsumazioni all'aperto anche nei bar delle zone gialle, sempre dal 26 aprile, mentre le scuoole superiori torneranno in presenza al 100% per tutti 

Gli studenti delle superiori torneranno tutti in presenza al cento per cento in zona gialla e arancione, anche se il trasporto pubblico continuerà a prevedere solo il 50% dei passeggeri.

Spiagge e piscine all'aperto saranno fruibili dal 15 maggio, le palestre dal primo giugno.

Saranno consentiti gli spostamenti tra regioni gialle, mentre si parla di tampone o vaccino per recarsi in regioni di colore diverso.

Dal 26 aprile si anche a cinema, teatri, spettacoli e concerti all’aperto.

"Sarà di grande importanza mantenere le distanze di sicurezza dagli altri e indossare le mascherine –ha aggiunto Draghi- perché il rischio diventi un'opportunità".

Per quanto riguarda i dati di ieri: in Emilia Romagna è continuata a salire, anche se lentamente, la percentuale di positivi su tamponi fatti, arrivata al 5,1%. Purtroppo, si registrano 42 nuovi decessi. Mentre continuano a calare sensibilmente i pazienti ricoverati nei reparti covid –anche ieri ne sono stati dimessi un centinaio in regione- rimangono stabili –anzi si è aggiunto un paziente- in terapia intensiva. A spiegare l’andamento negli ospedali la dott.ssa Emanuela Biagioni, Dirigente medico della Terapia Intensiva del Policlinico di Modena:

A fronte di una sensibile riduzione dei ricoveri ordinari, i numeri in Terapia Intensiva rimane purtroppo stabile. L’abbassamento dell’età media dei pazienti ricoverati, legato probabilmente anche alla diffusione delle varianti – soprattutto inglese e brasiliana – contribuisce a mantenere alto il numero dei ricoveri perché oggi vediamo fasce di popolazione che nella prima ondata non erano colpite. Le aperture sono una cosa bella ma dobbiamo ricordare che il virus gira ancora e quindi è necessario aprire con attenzione, rispettando le regole in modo da poter stare aperti a lungo”.

"Nel tempo abbiamo imparato a conoscere meglio la malattia e questo ci ha consentito una maggiore attenzione all’umanizzazione, nel rapporto con le famiglie, sempre nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza. -aggiunge la dottoressa Elisabetta Bertellini, Direttore Terapia Intensiva Ospedale Civile di Baggiovara- Nelle prime fasi, l’isolamento dei pazienti era terribile e solo l’utilizzo degli smartphone e delle videochiamate consentiva qualche breve saluto, spesso quando la situazione clinica si aggravava in maniera preoccupante. In seguito, nell’hub, siamo riusciti a far avvicinare i famigliari – ovviamente negativi - al vetro oppure, nella terapia intensiva storica, farli avvicinare il più possibile mantenendoli nella zona pulita. Abbiamo utilizzato quindi radio e walkie talkie per farli comunicare con i propri famigliari. Infine, in casi particolari e con il supporto del personale alla vestizione e svestizione, siamo riusciti a far entrare i famigliari negativi all’interno delle terapie intensive. Questo ha comportato da un lato una maggior comprensione della malattia da parte dei famigliari, dall’altro è stato emozionante vedere i pazienti che, magari dopo una lunga sedazione, incontrano i loro cari. Sono momenti davvero toccanti”. Questo tipo di percorso è presente anche nella Terapia Intensiva del Policlinico e più in generale esiste in AOU una procedura che disciplina la possibilità di visite e di contatti tra pazienti e famigliari in tutti i reparti COVID (ndr). “Questa situazione ha provato tutti, i sanitari e le famiglie. Se vogliamo uscirne dobbiamo rispettare in modo puntiglioso tutte le indicazioni per evitare il contagio, igiene delle mani, distanziamento, mascherine. Queste raccomandazioni valgono anche per i vaccinati. I vaccini certo ci faranno uscire dall’emergenza, ma al momento è fondamentale che anche i vaccinati rispettino le regole di prevenzione

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