Si continua a cercare Saman Abbas anche con i cani molecolari attraverso i campi e gli allevamenti della bassa reggiana intorno all’abitazione della famiglia a Novellara ripercorrendo il tragitto fatto dai tre uomini ripresi dalle telecamere della videosorveglianza della zona mentre si dirigono nei campi con due pale, un secchio e un piede di porco.
La 18enne pakistana scomparsa da più di un mese si era opposta a dicembre al matrimonio forzato con un cugino in Pakistan e per la era scattata la protezione in comunità.
Stasera si terrà alle 21 in piazza Unità d’Italia a Novellara un sit in con le torce in segno di speranza.
Non è il primo caso in Emilia Romagna, e a Novellara in particolare, eppure non esiste ancora un protocollo.
“Non esiste perché il tema dei matrimoni forzati è nuovo per i Servizi –ha confermato Tiziana Dal Pra dell’associazione Trama di Terre intervistata da Chiara Tassi- Anche se devo dire che quei comuni di storie simili a questa ne hanno già avute diverse. Per quello che so io, su questo caso specifico i servizi sociali avevano lavorato (era stata la ragazza a richiederne l’auto dopo aver rifiutato il matrimonio, ndr).
Però anche io mi sono chiesta come mai la ragazza ha scelto di uscire dalla casa protetta l’11 aprile e gli accertamenti sono stati fatti solo il 5 maggio, quando ormai non c’era più nessuno?”.
Quindi comunque un gap nel sistema questa situazione lo ha evidenziato?
“Certo. La questione su cui riflettere è che cosa vuole dire la presa in carico da parte dei Servizi, che prevede che tu devi prevenire quello che può succedere, monitorare ed accompagnare la persona che segui. Non è che perché lei ha deciso di uscire dal percorso che il problema è cambiato. Io ad esempio sarei andata in Procura per denunciare il rischio altissimo che correva questa ragazza”.