Circa la metà di chi ha risposto al questionario non considera lotto, lotterie e Gratta&Vinci come veri e propri giochi d’azzardo. Un dato che ridimensiona di parecchio una risposta con caratteristiche positive: il 97% è a conoscenza del divieto di gioco ai minori. Si sottovaluta, e di molto, quanto viene speso mediamente in Italia per l’azzardo fisico e on line: solo il 12% risponde correttamente (circa 1900 euro), mentre il 62% indica somme al di sotto della metà. Un’ altra parola chiave è SOPRAVVALUTAZIONE dei risultati del gioco. Probabilmente spinti da intense campagne pubblicitarie, che i ragazzi dimostrano di conoscere assai bene, e dalle frequenti notizie di vincite clamorose, un 75% del campione sopravvaluta largamente le effettive possibilità di vincita. Prova ne sia il fatto che il 23% dichiara che nella propria famiglia ci sono state vincite ingenti. Una affermazione che cozza però con i numeri, che riportano ai minimi termini le possibilità di vincite significative.
Tre per classe.
I ragazzi giocano d’azzardo? E’ certamente la domanda più delicata, che può scontare nelle risposte una certa reticenza. Il 28% dichiara di essere entrato almeno una volta in una Videolottery. Si parte dal 20% dei quattordicenni e si arriva al 50% dei ventenni, con una progressione che “esplode” con l’arrivo alla maggiore età. Ma bisogna porre attenzione a questi numeri, perché la gran parte di questi accessi non ha caratteristiche di continuità, e può essere derubricato ad una curiosità verso queste strutture. L’altro dato da tener d’occhio, forse il più importante, è quello di come i ragazzi vedono il proprio futuro di giocatori, o di non giocatori. L’88% esclude la possibilità di giocare d’azzardo nel futuro, mentre il 12% dichiara questa possibilità, prevalentemente on line. Un numero singolarmente vicino alle percentuali stimate di giocatori in Italia, e che rende realistico la previsione che in una classe di 25 persone i potenziali giocatori, una volta raggiunta la maggiore età, siano 3. Uno di loro si candida, nel futuro, ad un approccio patologico al gioco.
Il primo approccio all’azzardo per i ragazzi avviene tramite i genitori ed i nonni. Tre ragazzi su quattro sono stati coinvolti da genitori e nonni nel “grattare” un Gratta&Vinci, anche in tenera età. Anche in questi atteggiamenti è facile individuare quella sottovalutazione verso questo tipo di azzardo, che frequentemente raggiunge dimensioni patologiche.
Tanto viene fatto, bisogna fare di più. Va demolita l’idea diffusa che il gioco sia solo un affare da maschi cinquantenni, con poche risorse, ai margini della società. Bisogna chiarire che l’azzardo si esprime in tanti modi, che è azzardo quello della Signora che acquista ogni giorno un solo Gratta&Vinci da 20 euro (investimento di 7.300 euro annui, perdita media di 2.000). Ma che è azzardo anche quello del giovane laureato che “gioca in borsa”, perdendo mediamente il 90% di quanto investito il primo anno. Proprio sul contrasto agli eccessi nel trading on line, solitamente non considerato come azzardo, bisognerebbe investire energie collettive.