Sono 10 nel reggiano le classi in quarantena per un totale di 123 studenti tornati in Dad, tra queste anche 2 classi delle superiori. 25 invece le classi in quarantena in provincia di Modena di cui una delle superiori. A dieci giorni dall’introduzione delle nuove regole Priorità alla Scuola Modena tira le somme.
“Questo protocollo nazionale in realtà espone la scuola a maggiori criticità. - dice Elisa Turrini - Innanzitutto perché viene introdotto un nuovo tampone a 5 giorni dal primo. Le Ausl sono già in affanno a rispettare una tempistica celere con un test a “tempo 0”, immaginiamo che l’aggiunta di un secondo tampone a 5 giorni dal primo costituisca un ulteriore elemento di criticità che provocherà un allungamento dei tempi di isolamento per gli studenti che mediamente si trovano a stare a casa dai 5 ai 7 giorni in attesa dell’esito del tampone.
L’altra criticità è legata a questa nuova condizione –tra il tampone al giorno 0 e al 5°- di sorveglianza contesting, durante la quale viene raccomandato agli studenti di limitare le frequentazioni scolastiche ed extrascolastiche. In realtà, quindi, si tratta di una ulteriore limitazione alla vita sociale di questi giovani che non esiste in altri contesti lavorativi.
Infine altra criticità riguarda la quarantena con un solo caso secondario: mentre nel precedente protocollo in vigore in Emilia Romagna fino a qualche giorno fa perché una classe finisse in quarantena servivano più casi, adesso ne bastano due.
Quindi in realtà il dato di fatto è che con questo nuovo protocollo gli studenti finiscono in Dad più frequentemente.
Il protocollo però è nazionale. O è stato poi declinato a livello locale?
Il protocollo è stato scritto da una commissione della quale faceva parte anche l’Emilia Romagna, che evidentemente ha scelto di adottare linee più restrittive rispetto a quelle che nella nostra Regione erano in vigore e che stava funzionando, perché i casi nelle scuole sono rimasti comunque contenuti, al di la delle criticità legate alla tempistica della refertazione. Per questa ragione non si capisce perché, invece di adottare dei protocolli che snelliscano la procedura ,se ne adottano di quelli che la complicano. Ad esempio il nuovo protocollo –ma per la verità anche quello vecchio- prevede l’utilizzo non solo del tampone molecolare, ma anche dell’antigenico o del salivare molecolare. Sul nostro territorio però l’Ausl di Modena utilizza solo i tamponi molecolari per le scuole, il che produce un allungamento effettivo dei tempi di refertazione e quindi di Dad. Non ci dobbiamo dimenticare che tutte le volte che uno studente viene sottoposto a tracciamento in ambito scolastico perde oggettivamente dei giorni di scuola in presenza, e abbiamo ormai capito che la Dad non è la stessa cosa della scuola in presenza.
