Il 2, 5 e 7 febbraio il Teatro Comunale presenta Attila di Giuseppe Verdi in una nuova produzione che nasce nel Teatro di Modena e riprende un allestimento curato dal Teatro Verdi di Trieste in occasione del bicentenario verdiano.
La direzione è affidata a Aldo Sisillo mentre la regia a Enrico Stinchelli. Il teatro Comunale da così il via alla stagione dell'opera con un melodramma senza alcun dubbio intenso, ‘Verdi – commenta Stinchelli - riesce, come suo solito, a dipingere molto bene le atmosfere dei luoghi: nella sua musica si avverte la bruma, la nebbia, l'acqua che circonda l'intera vicenda e ne diventa quasi motivo-conduttore‘. Tramite un mago della scenotecnica come Pier Paolo Bisleri e le preziose proiezioni dinamiche della MadAboutVideo di Malta, il regista farà in modo che il pubblico riesca a vedere, ma soprattutto a sentire il clima di Aquilea, le paludi di Rio Alto, i boschi, le radure e tanto altro.
Quella di Attila è un opera che rivive l'assedio e la conquista di Aquilea, con tutte le conseguenze, la violenza, le trame politiche, i giochi di potere, la sopraffazione e il tradimento. Protagonista Odabella, figlia del signore di Aquileia che dopo essere stata catturata dal flagello di Dio trama la sua vendetta. ‘Urli, rapine, gemiti, sangue, stupri, rovine, e stragi e fuoco d'Attila è gioco‘ canta il Coro degli Unni all'inizio dell'opera sulle ancora fumanti rovine di Aquileia. Non è uno scherzo: vedremo scene di violenza piuttosto esplicita, nell'atmosfera buia e fangosa rievocata dalla fine del Preludio, l'arrivo pauroso delle truppe di Attila, il flagello di Dio assiso su un trono metallico, le vergini guerriere prostrate ai suoi piedi e offerte in premio, capitanate da Odabella. Questo è un evento che gli amanti dell'opera non possono perdersi, messo a parer mio, in programma nel periodo perfetto, vicino alla festa di San Geminiano che voglio ricordare, secondo la leggenda salvò Modena dall'invasione degli Unni innalzando una fitta coltre di nebbia che celò la nostra città ai loro occhi.