Alle usuali difficoltà nell’esecuzione degli sfratti – dovuti alla presenza, all’interno degli immobili, di anziani, disabili e minori- si sono aggiunti in questi mesi i ritardi dipesi dalla sospensione degli stessi, tornati esecutivi solo dal primo luglio. E il tutto ricade sulle spalle dei proprietari, in molti casi anziani che dipendono proprio dalla rendita della casa messa in affitto.
“E’ vero, le criticità di oggi che riguardano gli sfratti in parte sono sempre esistite, legate alla presenza all’interno degli immobili di determinate categorie. - dice l’avv. Rosalia Del Vecchio dell’Unione Piccoli Proprietari Immobiliari, intervistata da Chiara Tassi- A ciò però oggi si aggiungono i gravi e lunghi ritardi che sono dipesi dalla sospensione degli sfratti voluta dal Governo, sfratti ripresi dal primo di luglio secondo determinati scaglioni:
- dal 1 luglio quelli per i quali era stato emesso provvedimento di rilascio in data anteriore al 28 febbraio 2020
- dal 1 ottobre quelli con provvedimento emesso in data anteriore dal 1 marzo al 30 settembre 2020
- dal 1° gennaio 2022 quelli dal 1 ottobre 2020 al 30 giu 2021.
Come può muoversi nel frattempo un proprietario che ha inquilini insolventi?
Può attivare – ed è quello che come UPPI stiamo facendo- il recupero del credito. Il messaggio che è importante che arrivi agli inquilini è che questo ritardo ed i suoi costi gravano sì, in questo momento, sui proprietari, ma poi gli stessi proprietari potranno rivalersi su di loro. Si tratta, insomma, di somme che prima o poi saranno da pagare.
Poi è ovvio che prestiamo attenzione ai singoli casi specifici: ci sono situazioni in cui esistono effettive ed oggettive difficoltà legate ai pagamenti, per le quali ci attiviamo con i servizi e dialogando con gli inquilini per capire in quale modo è possibile risolvere. Ma ci sono anche, non lo nascondo, altri casi in cui gli inquilini si stanno approfittando della situazione. Per quanto riguarda ad esempio le attuali morosità di alcuni usi commerciali, ci sono attività che sono chiuse, inattive, eppure i conduttori non stanno rilasciando gli immobili ai proprietari.
Noi, come UPPI, cerchiamo di essere quanto più vicino ai proprietari e ci teniamo anche confortarli: è difficile liberare gli immobili, ma si liberano!
Senza contare che ci sono persone, soprattutto anziane, che su quell’entrata contano per vivere…
Assolutamente: un tempo la casa era vista come un investimento, per cui noi abbiamo soprattutto pensionati per i quali era ed è necessaria la redditività derivante da questi immobili. Queste persone in questo momento subiscono un ulteriore danno. Ma noi anche in questo caso vogliamo confortare i proprietari: è un periodo difficile, è vero, ma insieme riusciremo a superarlo.