Affitti alti e caro bollette rappresentano un mix letale che sta mettendo in ginocchio centinaia di famiglie in tutta la provincia. I contorni dell’emergenza abitativa, ormai drammatici, sono stati tracciati questa mattina, 12 dicembre, in occasione del congresso provinciale del sindacato inquilini Sunia di Modena, Cinquant’anni di lotte per il diritto alla casa, un nuovo welfare per l’abitare sociale e l’affitto sostenibile. L’allargamento della forbice tra capacità della domanda e aspettative dell’offerta, spiega il segretario Marcello Beccati, ha ormai dimensioni preoccupanti: “la casa oggi vive tre grandi problemi. Da un lato l’aumento esponenziale delle bollette energetiche mette in crisi le famiglie, costringendole a scegliere se onorare le spese dell’affitto o quelle delle utenze. Spesso però, per evitare i distacchi sono i canoni di locazione a non essere pagati e questo mette in difficoltà i piccoli proprietari. A ciò si aggiunge il fermo decennale dei redditi: stipendi che non riescono più a stare al passo con un’inflazione che oggi sfiora il 12%. Non dimentichiamo poi che il nostro territorio soffre di una mancanza atavica di alloggi destinati all’affitto. La città di Modena, ad esempio, vuole diventare sempre più attrattiva sia sul versante del mercato del lavoro che quello universitario ma non ha disponibilità di alloggi. Le famiglie oggi sono disponibili a muoversi ma per poter loro garantire tale mobilità servono alloggi per la locazione”. Anche il numero degli sfratti, bloccati durante le fasi più dure della pandemia, tornano a far paura: “dalla metà di quest’anno sono ripartiti celermente e nel modenese si parla di oltre 190 sfratti. Il nostro timore è che la crisi attuale possa portare a migliaia di sfratti in una provincia come la nostra”, aggiunge Beccati. Le proposte del Sunia per tentare di arginare l’emergenza abitativa vanno sostanzialmente in tre direzioni ma hanno come comune denominatore, la realizzazione di nuove case da immettere sullo stagnante mercato dell’affitto. “Vanno fatte ex novo delle abitazioni per l’affitto e alloggi Erp (edilizia residenziale pubblica). Nel nostro Paese - conclude il segretario provinciale di Sunia - si costruiscono ogni anno poco meno di 2mila unità abitative, un aumento annuo di circa il 4% niente affatto in linea con la media europea che si attesta sul 20%. Occorre riqualificare ciò che già esiste: case vuote di proprietà di grandi enti, fondazioni e istituto di credito. Serve poi dare linfa alla rigenerazione urbana, per recuperare scheletri oggi non adatti al mercato. Da tempo ci siamo legati al tema del consumo di suolo zero ma il consumo dev’essere a saldo zero: ci sono tante zone da poter liberare e, per pari dimensioni, devono essere messe a disposizione delle aree per costruire case per la locazione. Oggi il mercato non chiede case da acquistare, bensì da abitare”.