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Romagna e regionale Giudiziaria Angeli e demoni: genitori indagati per corruzione di minore vengono assolti

Angeli e demoni: genitori indagati per corruzione di minore vengono assolti

"Non sapevano nemmeno perché gli era stato tolto il figlio" spiega l'avvocato carpigiano Termanini. "Il sistema degli affidi deve essere cambiato"

Lascia un commento | Tempo di lettura 411 secondi Romagna e regionale - 17 Sep 2019 - 08:19

Angeli e demoni: una coppia reggiana finita nell’inchiesta potrebbe presto riabbracciare il proprio bambino, che ora ha 9 anni. A seguirlo, dal 2015, i servizi sociali della Val d’Enza: il bambino era stato dato in affido dopo che padre e madre erano stati indagati per corruzione di minorenne, ossia chi compie volontariamente atti sessuali in presenza di un minore di 14 anni.

Ora è stata decisa l’archiviazione per i genitori, mentre tra gli indagati di Angeli e demoni è finito l’assistente sociale Francesco Monopoli, accusato, tra altri reati, di aver contattato direttamente un giudice onorario convincendolo che il quadro degli abusi patiti dal minore fosse pesantissimo, omettendo però di riferire che la Procura reggiana aveva chiesto l’archiviazione del procedimento.

A difendere i genitori naturali del bambino è l’avvocato modenese Nicola Termanini.

“Circa 3 anni fa, dopo una segnalazione degli insegnanti del bambino che era difficilmente gestibile in classe –racconta l’avvocato a Chiara Tassi- vengono incaricati di seguire il caso i servizi sociali della Val d’Enza. Nasce così tutta una serie di relazioni sul fatto che il bambino avrebbe assistito ad atti sessuali compiuti dai genitori, ed in queste relazioni veniva descritta una escalation di situazioni, vissute dal bambino, sempre più gravi”.

Le relazioni dell’assistente sociale arrivano poi direttamente al giudice?

Si, ma questa è la prassi: le relazioni finiscono sul tavolo dei Giudici del Tribunale per i Minori, i quali prendono provvedimenti su suggerimento di quanto riferito dagli assistenti sociali e dagli psicologi.

Intanto la famiglia del bambino non viene rappresentata da nessuno? Cioè non c’è un legale che, fin da questo momento iniziale, possa tutelare i diritti della madre e del padre?

Non solo non viene rappresentata da nessuno, ma la famiglia è rimasta totalmente ignara di quelle che erano le reali motivazioni dell’allontanamento del bambino dal nucleo famigliare, fino a che non si è sviluppato il procedimento penale a carico dei genitori. Solo in quel momento ho dovuto io stesso, purtroppo, informare i genitori delle accuse particolarmente gravi ed infamanti che gravavano sulla loro persona.

Quindi sostanzialmente il bimbo viene allontanato dalla famiglia senza una spiegazione per i genitori?

In questo caso, così come in tutti i casi in cui si profilano abusi, dato che si avvia un procedimento penale, si. In casi come questo gli assistenti sociali chiedono la segretazione degli atti, che viene confermata dal tribunale, quindi non c’è poi la possibilità di accedere a quel capitolo in cui si spiegano le motivazioni del perché il minore è stato allontanato. Il capitolo è coperto dal segreto investigativo perché riguarda un procedimento penale.

Quindi a questo punto il giudice, basandosi solo sulla relazione dell’assistente sociale, decide di togliere il bambino alla famiglia…

Si, semplicisticamente è cosi ed è la prassi che avviene nei nostri tribunali. Purtroppo i giudici del Tribunale per i Minorenni non possono avere una visione diretta delle situazioni dei singoli nuclei famigliari. Certamente quello che è avvenuto in questa vicenda, ma che accade anche in altri casi, è un provvedimento che viene emesso in forma acritica, cioè senza fare ulteriori valutazioni e senza leggere criticamente quelle che possono essere le informazioni fornite dagli assistenti sociali.

Tanto più che poi, una volta giunti a procedimento, i genitori naturali non sono stati condannati…

Si, è vero che sono stati scagionati. Dobbiamo poi essere sinceri e dire che l’esito dell’indagine “di Bibbiano” certamente ha dato una grande mano a convincere il giudice ad archiviare le accuse. L’indagine, infatti, ha evidenziato tanti comportamenti di condizionamento del ragazzo, che hanno portato a ritenere che le dichiarazioni riferite agli assistenti sociali, se ipoteticamente frutto della sua narrazione, erano comunque determinate da un condizionamento esercitato dagli stessi assistenti sociali e dagli psicologi. Almeno questo è quanto emerge dall’ordinanza, poi il processo sarà la vera sede per la verifica di queste accuse.

Il bimbo quando è stato allontanato dalla famiglia?

Due anni e mezzo, tre anni fa. Che è un tempo lunghissimo e che ha determinato nel bambino, come scritto anche nell’ordinanza, traumi forse indelebili.

Adesso è già tornato in famiglia?

Non ancora, però la strada suggerita dal Tribunale dei Minorenni. Ora  sono state disposte delle consulenze tecniche d’ufficio proprio per verificare la capacità genitoriale dei miei assistiti, finalizzata ad un rientro graduale del bambino in famiglia.

Queste indagini tecniche non potevano essere svolte prima di allontanare il bimbo?

Questa è una critica che può avere un suo fondamento. So che è raro il ricorso alle consulenze tecniche d’ufficio, cioè nominare un soggetto terzo, un tecnico, che vada a verificare in concreto la situazione familiare di una decisione di affido etero familiare. Certamente, nel caso da me seguito, se l’indagine fosse stata fatta prima non avremmo avuto questo risultato.

L’inchiesta Angeli e demoni crede abbia aiutato a far luce su situazioni quanto meno poco chiare?

Purtroppo c’è stata un’eco enorme di questa indagine, che fa si che ora bisogna stare attenti ai condizionamenti di coloro che oggi si sentono vittime del comportamento di determinati professionisti anche se in realtà non lo sono.
Certamente, secondo la mia opinione, andrebbe rivisto il sistema dell’organizzazione degli affidi etero familiari in presenza di abusi, dato che è stato messo in luce, ancora una volta, che il Tribunale per i Minorenni effettivamente non ha un concreto controllo delle situazioni su cui poi va a decidere. Altro grande punto debole della procedura, poi, è che nel momento in cui arriva sulla scrivania di un giudice del Tribunale per i Minori una determinata relazione su una situazione grave che porta al coinvolgimento dei servizi sociali, il Tribunale emette un decreto cosiddetto  provvisorio incontestabile davanti ad un altro giudice.

Quindi i genitori non hanno modo di tutelarsi sentendo una parte terza ma devono semplicemente stare a quanto è stato deciso dal Giudice del Turbinale dei Minori che decide su relazioni dell’assistente sociale che quindi può fare il buono e il cattivo tempo?

Sostanzialmente si. Non essendo il decreto provvisorio impugnabile, i genitori possono solo portare delle memorie difensive, se sono a conoscenza delle accuse –ma non sempre accade, come nel mio caso- ma non hanno la possibilità di impugnare il provvedimento. Nel nostro ordinamento tutti i provvedimenti sono impugnabili davanti ad un altro soggetto processuale che va a verificare se quel provvedimento è stato emesso correttamente. In questo caso invece c’è una falla nel sistema che impedisce ai genitori di farlo.

Questa falla nel sistema esisteva già prima di Angeli e demoni. Come mai nessuno si è posto questo problema?

Si, dei provvedimenti erano già stati presi in passato, ma si è trattato di casi isolati. Certamente Bibbiano, con tutta l’attività di intercettazioni ambientali e telefoniche, è riuscita a mettere in luce una situazione che prima non si conosceva e ad evidenziare un problema che è sotto gli occhi di tutti oggi. 

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