Venne ricoverata in ospedale a Modena dopo essere stata trovata a terra dal personale della struttura per anziani San Giovanni Bosco. Dopo 10 giorni di agonia, poi, la donna morì. E ‘ quanto accaduto alla 92enne Zelinda Telleri. Ora la procura ha aperto un’inchiesta, dopo la denuncia della figlia dell’anziana e anche di un medico del pronto soccorso, che la refertò con diverse fatture al cranio ed emorragia ed ematomi post traumatici.
“Quando mi hanno chiamata l’avevo lasciata da appena un’ora – racconta a la figlia della donna, Caterina- mi è stato detto che era stata trovata a terra, caduta. Premetto che mia madre era una persona invalida, collocata su una sedia a rotelle chiamata tramoggia, particolarmente avvolgente ed impossibile da ribaltare. Invece dalla struttura mi spiegano che, appunto, l’hanno trovata a terra e che la inviano con il 118 al Pronto Soccorso. Quando io arrivo la situazione è già molto grave, tanto che i medici mi dicono che non sanno se supererà la notte. In realtà poi mia madre è stata ricoverata ed è morta in ospedale il 10 maggio, dopo giorni di sofferenza angosciante. Ma a tutt’oggi io ancora non so come è morta, nessuno mi ha ancora spiegato che cosa è accaduto.
Sua mamma in quei dieci giorni non è mai stata lucida, in grado di spiegarle cosa è successo?
No, purtroppo aveva queste emorragie dovute alla caduta che non le hanno mai permesso di essere in grado di spiegarmi che cosa è successo. Per me vivere questa situazione è stato angosciante, anche perché mi sono sentita completamente abbandonata.
Lei frequentava spesso la casa di riposo, quindi immagino che con il personale avesse costruito un minimo di rapporto. Nessuno le ha dato alcuna spiegazione?
Nessuno. Nei due anni e mezzo che mi madre è rimasta ricoverata nella struttura sono andata ogni giorno, mattino e pomeriggio, per una, due ore. Pensavo di aver istaurato dei rapporti con gli operatori, addirittura di amicizia. Ma forse ero una presenza scomoda, non lo so. Quel che so è che se c’era qualcosa che non andava, per mia madre o per altri ospiti della struttura, io l’ho sempre segnalato, perché credo fortemente che in questo tipo di struttura la collaborazione con i parenti sia fondamentale. Sono stata per mia madre una figlia presente, ma ora sono angosciata dal non avere risposte. Sono in corso indagini che mi auguro mi diano un minimo di serenità e di tranquillità e che finalmente mi spieghino che cosa è effettivamente successo.
Nei giorni scorsi i carabinieri sono andati nella casa di riposo di via Morselli, una struttura comunale gestita dal 2012 dalla Fondazione Pia Casa Sant’Anna e Santa Luigia per parlare con il personale.
Il Servizio residenze anziani del Comune, riporta il comunicato stampa in cui si parlava proprio del passaggio dal Comune alla Fondazione della San Giovanni Bosco, organizza incontri periodici con i gestori per monitorare la situazione nelle strutture oltre a sottoporre le stesse a controlli annuali a sorpresa da parte di una Commissione di vigilanza, prevista per legge e composta da dirigenti di Comune e Ausl.