“Ero li ma non centro nulla con la strage” avrebbe detto ieri proprio davanti al Gip Andrea Cavallari, uno dei giovani residenti nel modenese ed arrestati perché parte, secondo gli inquirenti, della banda specializzata in furti nelle discoteche e che avrebbe, appunto, provocato anche la strage alla Lanterna Azzurra. Cavallari, cui la Procura di Ancona attribuisce ben 33 colpi, ha ammesso la presenza nell’anconetano, negando però ogni contatto con la banda entrata in azione quella sera e guidata, a suo dire, da Ugo di Puorto, figlio del boss Sigismondo, elemento di spicco del clan dei casalesi a Modena. Proprio da una traccia del suo dna, trovata sulla bomboletta spray usata la sera della strage, gli inquirenti hanno dato il via alle indagini.
Ieri Cavallari, oggi sarà il giorno invece, davanti al Gip, di tutti gli altri indagati. Ad essere ascoltato anche Andrea Balugani, una delle figure più delicate dell’inchiesta, titolare del Compro Oro di Castelfranco finito al centro di decine di segnalazioni. Balugani non era, secondo la Procura, solo un ricettatore: si tratterebbe infatti di un vero e proprio elemento strutturale della banda.