"Una persona che non risulta dotata in modo certo delle competenze professionali e scientifiche necessarie per esercitare l’attività di psicoterapeuta". Così il tribunale del riesame di Bologna, descrive Claudio Foti, responsabile del centro 'Hansel & Gretel' di Moncalieri, nel tornese, indagato nell'inchiesta della procura di Reggio Emilia sugli affidi illeciti a Bibbiano. E' quanto si legge nelle motivazioni dell'ordinanza con cui a Foti, nelle scorse settimane, sono stati revocati gli arresti domiciliari, sostituiti con l'obbligo di dimora. Una misura cautelare più blanda in attesa degli sviluppi del procedimento ma che, secondo i giudici, impedisce comunque all'indagato di "svolgere psicoterapia".
Foti, "laureato in lettere", interrogato sulla sue formazione specifica dal pm, ha detto di avere un riconoscimento ex articolo 85 per l'esercizio della psicoterapia e di aver seguito corsi specialistici: si tratta di un caso -affermano i magistrati - che sembra rientrare in una legge del 1989 che regolarizzò una serie di "situazioni incerte fino a quell'epoca". Questo però non gli ha impedito di dare vita ad una vera e propria 'scuola Foti' per la psicoterapia dei bambini, caratterizzata –scrivono ancora i giudici- da "elementi di forte pressione e forzatura nonché ingerenza nella vita privata nei minori, in violazione della Carta di Noto". "Il metodo" si legge nelle carte “è stato poi esteso ad altre realtà territoriali, in particolare al gruppo di Comuni facenti capo all'Unione Comuni Val d'Enza". "Da qui - osserva ancora il riesame - si stava verificando la diffusione ad altre città quali Modena e Parma".