A confermare l'intenzione della Giunta Bonaccini è stato lo stesso assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi, precisando che si tratterebbe di contratti a progetto.
“Abbiamo verificato che la possibilità giuridicamente c’è – ha ribadito Venturi intervistato da Chiara Tassi- ovviamente se i concorsi vanno deserti e se non troviamo personale con altre forme di reclutamento. Richiamare i medici dalla pensione la consideriamo come l'ultima delle possibilità, ma rientra tra le cose che possiamo fare. Si tratterà, neanche a dirlo, di un ritorno volontario, non c’è nessuna obbligatorietà, ma sappiamo che i medici sono molto sensibili al richiamo della professione". Del resto, sottolinea Venturi, "non possiamo interrompere un servizio pubblico".
Ci sono specialità che sono più in crisi rispetto ad altre?
Si, ma semplicemente perché c’è un ricambio generazionale più forte: nei prossimi due o tre anni assisteremo ad un’uscita piuttosto massiccia dal mercato del lavoro di medici della generazione del baby boom. Saranno quindi anni sui quali porre molta attenzione: ci sarà infatti il solito numero di persone che si specializzano, a fronte di più medici che andranno in pensione. Avremo quindi bisogno di usare, in questi due o tre anni, tutte le possibilità che abbiamo a disposizione. Nessun allarmismo: siamo convinti che ce la potremo fare bene a mantenere l’assistenza nei pronti soccorso e nelle sale operatorie, che sono i due settori in cui avremo più carenza, considerando anche che negli ultimi 3 anni abbiamo assunto 500 medici, a livello regionale, e quindi partiamo da una dote importante.
La facoltà di medicina dell’Università di Modena e Reggio avrebbe già la possibilità, dal prossimo test d’ingresso, di aprire ad un 20% in più di matricole. Potrebbe essere questo uno dei modi per arrivare ad avere un maggior numero di medici in corsia?
Credo che sia giunto il momento di prendere consapevolezza che è finito il periodo in cui c’era la necessità di tenere un numero chiuso così ristretto come quello istituito per tutte queste decadi. Penso che sia giusto, come accade per Unimore e come credo sia ormai politica condivisa da tutte le facoltà di medicina della nostra regione, aprire già da quest’anno ad un numero maggiore di matricole. Penso che per i nostri giovani sia meglio affrontare una selezione dopo aver avuto accesso alla facoltà di medicina che non attraverso dei quiz: i quiz sono per la patente, non per accedere a medicina. Preferisco, per i nostri giovani, una selezione che avvenga per reali capacità sul campo.