Dott. Brambilla, perché si continua ad allargare la platea dei soggetti vaccinatori quando gli hub stanno lavorando a pieno regime? C’è l’intenzione di depotenziare i punti vaccinali o ci si sta attrezzando per un eventuale terzo richiamo?
“Il tema della preparazione alla terza dose e depotenziamento degli hub è un tema in discussione – ha risposto Brambilla: oggettivamente per noi mantenere questo presidio è molto impegnativo, è un’attività molto complessa: a mio parere non sarebbe sbagliato ridurla, se si riuscisse a garantire un certo standard di vaccinazioni giornaliere (circa 5.000, 5.500 dosi) attraverso i medici di medicina generale e le farmacie. In questo modo riusciremmo a raggiungere un punto di equilibrio importante. Non possiamo chiudere del tutto gli hub tuttavia è possibile ridurre la pressione su queste strutture. E’ un tema complicato da programmare, bisogna trovare un punto di equilibrio e magari riuscire a spostare, in vista dell’autunno, un po’ di infermieri che ora sono impiegati negli hub vaccinali nelle attività ordinarie”.
Tema scuole, sappiamo che se ci sarà un caso di positività all’interno della classe tutti i ragazzi, vaccinati e non, andranno in quarantena. Quindi sostanzialmente un compagno di classe, anche se lo abbiamo frequentato con mascherine e distanziamento, è considerato pari a un famigliare?
Al momento è così – risponde il direttore generale dell’Ausl Brambilla -poi non so ancora se ci saranno modifiche da parte del CTS a queste indicazioni. L’obiettivo è di fare le lezioni in presenza quindi oggettivamente noi dobbiamo proseguire molto nel convincere i giovani, le famiglie per la campagna vaccinale. Poi bisogna vedere le indicazioni del governo in merito alle positività nelle classi. Oggettivamente se trovi un ragazzo positivo in classe e tutti gli altri sono vaccinati mi sembra un po’ esagerato mettere tutti in quarantena ma aspettiamo in merito le indicazioni del CTS. Questo è un tema che si sta discutendo a livello nazionale".