“Non sono nuove e non ci sorprendono le polemiche dei residenti modenesi rispetto ai disagi creati da Gigetto. Ora crediamo che la misura sia colma: occorre ripensare alla linea, facendone una metrotramvia che colleghi il distretto di Sassuolo, Modena e Carpi e che possa essere utilizzata da un numero maggiore di utenti, in modo che i disagi che subisce la città abbiano una giustificazione concreta -lo ha detto Alberto Papotti, segretario modenese di CNA, a Chiara Tassi- Pensare ad uno o più sottopassi è uno spreco di tempo, e realizzarli sarebbe anche uno spreco di risorse pubbliche”.
Quali sarebbero i vantaggi della metrotramvia?
Utilizza impianti semaforici al posto dei tradizionali passaggi a livello, rendendo più fluido il percorso cittadino: quando arriva il tram vicino all’attraversamento stradale il semaforo diventa rosso, e passato il tram il semaforo torna verde per le auto che possono quindi proseguire la loro marcia senza aspettare i tempi del passaggio a livello. Con questo risparmio di tempo, inoltre, si potrebbe aumentare, anziché ridurla, la frequenza delle corse, oltre a prevedere più fermate, a parità di tempi di percorrenza. Firenze con due metrotramvie di questo tipo sta risolvendo un grosso problema di traffico e di accesso alla città. Una tramvia di questo tipo, estesa sino a Carpi, permetterebbe poi la sostituzione di una larga parte di quei trasporti su gomma che coinvolgono sei comuni che sarebbero attraversati da questa tramvia, un’area dove risiede circa la metà della popolazione della provincia e che conta circa il 60% dei posti di lavoro, generando quotidianamente circa 110.000 spostamenti al suo interno.
I costi per questa trasformazione?
Sono elevati ma sicuramente comparabili con quelli che sono previsti come investimento da parte della Regione. Credo che possa avviarsi un confronto costruttivo sulle diverse idee. Certo pensare di risolvere i problemi di Gigetto realizzando un sottopasso in via Panni, oppure uno in via Don Minzoni, o magari anche eliminando tutti i passaggi a livello, non migliorerebbe un servizio attualmente sovradimensionato e che ha una sola chiave di successo: maggiore frequenza con più fermate servite da mezzi molto più piccoli e con un’estensione della linea sino a Carpi. Modena, che è stata la prima città italiana ad avere tram elettrici, oggi si ritrova con un trenino imbarazzante, che configura uno spreco di risorse”.
A quanto ammonterebbero i costi di realizzazione, per il modenese?
Circa 13milioni di euro.