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Chi è, cosa fa e come si diventa educatore sociale

Una figura così importante ma spesso sottovalutata

Lascia un commento | Tempo di lettura 265 secondi Nazionale - 28 Jul 2021 - 08:39

L’educatore sociale, dotato di competenze e conoscenze specifiche nel campo dell’educazione, della pedagogia e della formazione, è una figura professionale che rientra nelle cosiddette helping professional, ossia professioni di cura. L’educatore interviene in diverse situazioni problematiche - handicap, devianza, marginalità ed altre - al fine di garantire il recupero, il reinserimento e la restituzione della dignità alle persone con disagio. La progettazione educativa e formativa e la valutazione dei soggetti a rischio sono gli strumenti attraverso cui opera l’educatore. Gli ambiti di intervento sono vari, dalla prima infanzia, all’adolescenza, fino all’età adulta. Opera, inoltre, presso le strutture scolastiche, sanitarie, ludoteche, centri ricreativi e socio-educativi. L’educatore sociale è presente presso case-famiglia per minori, comunità familiari per diversamente abili, per tossicodipendenti, per donne in difficoltà e nelle carceri minorili. Data l’ampiezza del raggio d’azione della figura professionale, sempre più spesso collabora con organizzazioni non profit.

Qual è il percorso formativo da seguire

L’educatore sociale è una figura professionale che ha ottenuto un riconoscimento giuridico con la legge di bilancio 2018 ai commi 594-601. Le norme stabiliscono che la qualifica è attribuita a chi consegue una formazione di una laurea in scienze dell'educazione nella classe di laurea L-19. Il corso di laurea è pensato per analizzare e valutare i bisogni educativi e formativi dei singoli ragazzi e/o del gruppo. Opera principalmente attraverso progetti e percorsi educativi al fine di migliorare le condizioni dei soggetti deboli e disagiati.

Il corso di laurea è strutturato al fine di sviluppare, nel corsista, futuro operatore socio-sanitario o ricreativo-culturale, le conoscenze e le strategie per intervenire sia in condizioni di disagio psicosociale e di marginalità sia nella prevenzione e nel reinserimento sociale. Inoltre, vengono approfondite quelle che sono le strategie di intervento riguardanti la promozione e l’implementazione nelle comunità dei servizi orientati alla crescita culturale della popolazione, alla sensibilizzazione, alle problematiche dell'ambiente culturale e naturale al fine di incentivare la protezione e la salvaguardia. 

Al conseguimento del titolo triennale è possibile proseguire la formazione attraverso l’iscrizione ad un corso di laurea magistrale in Scienze Pedagogiche, sia presso università tradizionali sia presso università telematiche come Unicusano, le quale grazie alla presenza di una piattaforma con corsi accessibili 24 ore su 24, rende possibile il conseguimento del titolo anche a coloro che già possiedono un lavoro oppure hanno una famiglia da gestire e sono impossibilitati nel seguire in presenza.

Cosa fa l’educatore sociale?

La figura professionale dell’educatore, dunque, molto importante ma spesso sottovalutata, si occupa principalmente di progettare interventi tesi alla prevenzione e alla risoluzione del disagio psicosociale, opera come mediatore familiare, e fornisce sostegno psicosociale. L’agire dell’educatore, inoltre, si sviluppa anche presso le istituzioni scolastiche, collaborando con docenti nelle varie attività psico-pedagogiche e ricreative, fornendo supporto psico-sociale. 

Quali soft skills bisogna possedere?

Le competenze e conoscenze acquisite sia con la formazione accademica sia con eventuali master di I o II livello o corsi di perfezionamento non sono di per sé sufficienti per poter operare con professionalità. È necessario possedere delle skills imprescindibili: avere una forte propensione alle relazioni umane ed essere empatici. Parliamo di una professione in cui il contatto con le persone è fondamentale. Bisogna possedere attitudini al problem solving, essere flessibili, possedere un’apertura mentale e essere propensi alla risoluzione delle conflittualità.

Questi “requisiti” sono necessari non solo per poter operare con l’utenza ma anche per riuscire ad interfacciarsi con l’équipe multidisciplinare. Insomma, le competenze sono assolutamente fondamentali, ma data l’azione ad ampio spettro che questa figura professionale richiede, è assolutamente necessario possedere attitudini che consentono un efficace ed efficiente azione in un contesto di team working.

Articolo publiredazionale

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