E’ stato convalidato l’arresto dell’ex marito di Ghilzan El Hadraoui, la marocchina il cui corpo carbonizzato è stato rinvenuto mercoledì in via Cavazza a Modena. L’uomo, Khalil Lamane, 49 anni, deve rispondere di omicidio volontario pluriaggravato. Ghilzan l’aveva denunciato per le violenze e le minacce subite, ma non è servito a nulla.
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Una querela per minaccia semplice, riferita ad un solo episodio, e non un caso di stalking con minacce ripetute che facesse presagire quello che poi, purtroppo, è accaduto: questo in sintesi il pensiero espresso ieri nella nota inviata dal procuratore capo Lucia Musti. Un caso inquadrato dalla stesso Codice come “minore”, quindi di competenza del Giudice di Pace. “La denuncia/querela –riporta la nota della Musti- è stata depositata il 21 gennaio per i reati di ingiuria, minaccia e diffamazione. Prontamente letta dal pm, questo ha correttamente ravvisato –continua la nota- il solo delitto di minaccia, in quanto il delitto di ingiuria è stato abrogato ed quello di diffamazione era insussistente per mancanza di percezione delle offese da parte di terzi siccome profferite per lo più in lingua araba”. Insomma, siccome nessuno ha capito le ingiurie che il marito le stava riversando addosso, perché in arabo, il reato non sussiste.
Oltre il danno, poi, la beffa: come riporta sempre la nota del Procuratore Musti “È stata prontamente disposta la registrazione della querela nel registro informatico, registrazione che presenta ritardi a causa di carenza del personale preposto”.
Ghizlan temeva per la sua vita, ma la sua richiesta d’aiuto è caduta nel vuoto.