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Reggio Emilia Salute Punti nascita di montagna: a 2 anni dalla chiusura la Regione ne chiede la riapertura. O almeno cosě pare

Punti nascita di montagna: a 2 anni dalla chiusura la Regione ne chiede la riapertura. O almeno cosě pare

Approvata una risoluzione Pd. "Solo una mossa politica" commenta Nadia Vassallo del comitato Salviamo le cicogne di montagna

Lascia un commento | Tempo di lettura 103 secondi Reggio Emilia - 14 Feb 2019 - 10:14

L’Assemblea legislativa ha approvato una risoluzione del Partito democratico sottoscritta da Sinistra italiana e Silvia Prodi (Misto), per sollecitare il governo regionale a proseguire il confronto con il ministero al fine di rivalutare, nel nuovo patto per la salute, la riapertura delle strutture chiuse a partire dal 2014. Da un recente incontro tra la ministra Grillo e il presidente Bonaccini è infatti emerso il proposito di ridiscutere l’accordo Stato-Regioni del 2010 sulla chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti all’anno. Una decisione che potrebbe impattare sui punti nascita di Pavullo (Mo), Castelnovo Monti (Re), Borgotaro (Pr) e Alto Reno Terme (Bo).

“Sembra più una mossa politica volta a dare mostra di se che un agire in concreto – commenta Nadia Vassallo del comitato Salviamo le cicogne di montagna di Castelnovo Monti (RE) intervistata da Chiara Tassi- Perché infatti approvare delle risoluzioni e non fare un bel decreto di giunta per la riapertura o per la richiesta di revisione del parere ministeriale, per latro ben sapendo che il parere ministeriale è consultivo e non vincolante? Noi chiediamo che l’Emilia Romagna facesse quello che ha fatto la Regione Toscana per il caso di Piombino: là il punto nascita è ancora aperto nonostante il parere ministeriale sia stato negativo, perché aspettano una revisione del parere che hanno richiesto. E’ un problema di volontà, secondo noi”.

Senza contare poi, che quando i punti nascita vennero chiusi, l’assessore regionale alle Politiche per la salute Sergio Venturi, aveva detto “C’è solo una parola che ci ha condotto a questa decisione, dopo aver percorso tutte le strade possibili: e quella parola è sicurezza” (dal sito della Regione, ndr). Ora vien da chiedersi: e adesso? “Forse è perché ci sono le elezioni che incombono…” – conclude caustica la Vassallo.

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