E’ tornata a casa ieri la bimba di due anni tolta dai servizi sociali di Reggio ai genitori il 3 aprile scorso con l’inganno: gli assistenti sociali erano entrati in casa della coppia presentandosi come attivisti dell’Ente Protezione Animali per poi correre in camera della piccola e la portarla via davanti ai genitori attoniti. Il video era stato mostrato anche in una puntata del programma “Chi l’ha visto?”. Ecco il racconto della madre della piccola, Stefania, intervistata da Giada Chiari:
“Io sono contentissima perché nel nostro caso siamo riusciti a fare giustizia, ma sono anche arrabbiata per tutti i bambini che hanno subito abusi simili e che sono ancora lontani dai genitori. Sapere che mia figlia, con una mamma, un papà, una nonna, è stata svenduta ad un’altra famiglia in Toscana…ma come è possibile?! Cioè…invece di prendere un cane prendono un bambino?!”
Ma quali erano i problemi che secondo i servizi sociali viveva la bambina in casa?
Nella loro relazione hanno scritto che vivevamo in uno scantinato quando anche nel video che è stato poi mostrato a “Chi l’ha visto?” si vede benissimo che abitiamo in una villetta di due piani, tanto che per andare a prendere la bambina gli assistenti sociali hanno dovuto salire le scale. Poi, sempre nella relazione, c’era scritto che la bimba è nata positiva alle sostanze quando è la cartella dell’ospedale a parlare: pulita lei, pulita io. Sono 5, 6 anni che non tocco nulla e anzi sono molto contraria alle sostanze e i servizi sociali lo sanno bene. Questi sono i due motivi per cui nostra figlia ci è stata tolta, smentiti nell’udienza del 23 luglio. Ed infatti io mi aspettavo di riabbracciare la mia bambina già prima dell’estate ma sa com’è…era estate, tutti erano in vacanza quindi…
La bimba come si comporta ora nei vostri confronti?
E’ contentissima, anzi non si stacca più da noi. Ieri sera aveva paura ad addormentarsi, temeva che la riportassero via. Si è addormentata solo abbracciata a me.
Ma in questi 5 mesi la bambina dove è stata?
L’abbiamo saputo dopo, noi non sapevamo nulla. Le assistenti sociali per 4 mesi non hanno risposto nemmeno all’avvocato. Io non sapevo nemmeno se la bambina era viva o morta. Sono dovuta andare davanti al Ministro Bonafede a chiedergli se la legge era lui o questa coordinatrice del polo sociale che letteralmente mi ha detto –e ho tutte le registrazioni- “Noi siamo e facciamo la legge”. Solo qualche giorno dopo questo nostro incontro ho potuto vedere mia figlia un’ora a settimana, e la bimba mi guardava disperata ogni volta che la portavano via chiedendosi perché non potevo portarla a casa. Un mese anche di questo, abbiamo dovuto passare. Fino a quando, all’arrivo della consulente esterna, la CTU (Consulente Tecnica d’Ufficio, ndr), vedendo il rapporto genitoriale sano, tutte le certificazioni mediche della bambina, di noi genitori, i documenti della casa, in due incontri si è potuta rendere conto di quale era la verità. Sempre la CTU ha anche visto mia figlia terrorizzata nel tornare in braccio all’assistente sociale che ce l’aveva portata via da noi: perché era sempre lei, lei che l'aveva rapita, che la portava e la veniva a prendere nonostante ci sia un procedimento aperto dall’ordine degli assistenti sociali e una denuncia penale.
Ora siete tranquilli o comunque il timore di essere separati da vostra figlia rimane?
Purtroppo io mi sono resa conto, anche se subito non volevo crederci, che questi bambini entrano in un giro fatto di tantissime persone e tantissimi soldi che passano nelle mani di psicologici, assistenti sociali. Questi bambini diventano un vero e proprio business.