Corruzione, turbativa d'asta e bandi pubblici che sarebbero stati confezionati su misura per favorire imprese aggiudicatarie. Sono le accuse, a vario titolo, contestate a 26 tra dirigenti e funzionari del Comune di Reggio Emilia nella chiusura dell'inchiesta 'Re Cleaning' condotta dalla guardia di finanza e coordinata dai pm Valentina Salvi, Giulia Stignani e Giacomo Forte. Gli avvisi emessi sono stati notificati dalle Fiamme Gialle dopo che a giugno 2019 erano scattate perquisizioni negli uffici del municipio e negli studi di professionisti indagati: all'epoca erano 15 le persone avvisate dell'indagine. Nel mirino ci sono gli appalti pubblici in cui sarebbero emerse presunte irregolarità in diversi settori. La più cospicua ammontava a 25 milioni per l'affidamento della gestione della sosta, servizi di trasporto scolastico, controllo Ztl e bike-sharing. L'inchiesta è scattata nel 2016 quando le Fiamme Gialle stavano indagando sull'ipotesi di corruzione a carico dell'avvocato Santo Gnoni (tra i 26 indagati), giudice della commissione tributaria provinciale di Reggio Emilia ed ex dirigente del servizio legale del municipio. Avrebbe infatti "sollecitato la dazione di 15mila euro per compiere un atto contrario ai doveri d'ufficio, accogliendo il ricorso di un imprenditore avverso l'avviso di accertamento notificato dalla locale Agenzia delle Entrate", spiega la Guardia di Finanza. E ancora è accusato di aver "sollecitato la gratuità delle prestazioni inerenti a lavori di meccanica da svolgersi sulla propria autovettura, con l'intento di favorire indebitamente un'azienda nella definizione della relativa pendenza tributaria con l'ufficio finanziario". Dalle intercettazioni sarebbe però emerse ulteriori anomalie. Gli inquirenti avrebbero accertato che altri dirigenti e funzionari, in concorso tra loro, "turbavano il procedimento amministrativo di predisposizione dei bandi di gara dell'ente locale, allo scopo di condizionare la scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione" e "onde ostacolare la partecipazione dei potenziali candidati e favorire indebitamente le imprese aggiudicatarie". Gli appalti 'su misura' oggetto dell'indagine ammontano ad un valore di 27 milioni. Tra quelli più rilevanti vi è quello europeo da 25 milioni indetto nel 2016 per la gestione per 8 anni della gestione della sosta a pagamento su aree pubbliche, trasporto scolastico, bike-sharing e controllo zona Ztl. Un maxi-bando che sarebbe stato costruito con requisiti ad hoc molto restrittivi e che avrebbe favorito l'unico soggetto partecipante e poi aggiudicatario. Un secondo bando - vinto da un'autofficina reggiana di soccorso stradale (i cui titolari sono indagati) analizzato nel corso delle indagini riguarda l'affidamento nel 2017, del servizio di ripristino delle condizioni di sicurezza stradale compromesse a seguito del verificarsi di incidenti stradali, del valore di quasi un milione per 6 anni e mezzo di contratto. Mentre in un bando di gestione di un nido d'infanzia di Reggio Emilia per il triennio 2016-2019 per 850.000 euro, gli indagati avrebbero "escluso artatamente il primo classificato, determinano l'aggiudicazione al secondo classificato, già gestore del servizio". Infine altri due bandi di minor entità (60.000 e 300.000 euro) riguardano l'affidamento dei servizi legali e la ricerca di due avvocati, ma anche un servizio di consulenza e brokeraggio assicurativo. Tra le ipotesi di reato, a vario titolo, ci sono anche rivelazione di segreti d'ufficio, falsità ideologica in atti pubblici e omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale. (ANSA)